«Una brutalità sconcertante». E una tragedia che, forse, si sarebbe potuta evitare con qualche presidio in più. Questa l'accusa mossa dal Pdl che martedì ha indetto una manifestazione in piazza Belloveso, dove ieri un immigrato africano ha ucciso a picconate un uomo di 40 anni. Durante il corteo ci sarà anche una raccolta di firme «per chiedere più sicurezza e più presidi del territorio».
«Ci domandiamo come quell'uomo - insorgono il coordinatore del Pdl Giulio Gallera e il capogruppo Alan Rizzi - abbia potuto aggredire e uccidere una persona davanti a un bar, percorrere un chilometro con il piccone in mano e aggredire altre quattro persone senza essere mai fermato da nessuno. Siamo seriamente preoccupati per lo stato di abbandono in cui versa tutta la città, dal centro alle periferie». I primi a scendere in piazza saranno i leghisti che oggi si raduneranno in presidio con i cittadini nel quartiere dell'uccisione, zona Niguarda, dalle 10 alle 12.
L'aggressione di ieri mattina viene definita dal sindaco Giuliano Pisapia «un gesto folle che lascia sgomenti». Vero. Ma all'opposizione di centro destra non basta confinare la tragedia dietro la scelleratezza di un pazzo. La violenta uccisione solleva ancora una volta il problema della sicurezza e dei controlli dei quartieri della città.
«La Milano gentile immaginata da Pisapia si sta trasformando in un inferno per i cittadini» denuncia Igor Iezzi, segretario provinciale della Lega Nord di Milano. E va bene raccogliersi in un minuto di silenzio, come ha suggerito il vicesindaco Ada De Cesaris agli organizzatori delle iniziative della domenica a piedi. Ma la richiesta è andare oltre il cordoglio. Da più parti si chiedono più controlli «per restituire ai cittadini la libertà di vivere la città».
«Quanto successo - commenta il vice presidente del Consiglio Riccardo De Corato - oltre a mostrare chiaramente quanto sia miope l'idea di abolire il reato d'immigrazione clandestina, evidenzia come sia assolutamente necessario contrastare il fenomeno partendo dall'origine del problema ossia da un severo controllo delle frontiere». A chiedere che rimanga «inalterato il reato di immigrazione clandestina» è anche Simona Bordonali, assessore alla Sicurezza della Regione Lombardia. Di tutta risposta il Pd invita a «non strumentalizzare» quanto accaduto.
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