Il Pdl: «La Lega non regali il Nord a questa sinistra modello Pisapia»

Il Pdl: «La Lega non regali il Nord a questa sinistra modello Pisapia»

«La televisione lascia una forte carica emotiva, internet attiva le relazioni, ma la carta stampata mette ancora in moto la mente». È la candelina accesa da Paolo Bonaiuti, l’ex sottosegretario alla presidenza del consiglio del governo Berlusconi con la delega all’Editoria ieri al Teatro Nuovo. Dove un infaticabile Ignazio La Russa ha organizzato l’avvio delle celebrazioni per i sessant’anni del Secolo d’Italia, il quotidiano storico della destra che ha quasi tanti anni quanti la Repubblica (intesa come lo Stato, non il giornale). Presenti il direttore Marcello De Angelis e i colonnelli del Pdl a una festa che diventa allora occasione per parlare di politica ad appena un mese da elezioni che saranno il termometro per misurare lo stato di salute del centrodestra. In agenda i rapporti tra le varie «componenti», ovvero le correnti. «Basta dividersi in ex Fi ed ex An - la linea del coordinatore regionale pdl Mario Mantovani -, noi crediamo e lavoriamo per un movimento unito e coeso». Non solo. «In Lombardia - aggiunge - undici congressi provinciali dove si sono confrontati liberamente numerosi candidati e non c’è stata nessuna irregolarità su 110mila iscritti. Oggi i sondaggi cominciano a registrare gli effetti di quest’azione politica del segretario Angelino Alfano». Inevitabile parlare di Milano. «È sempre stato un laboratorio politico e il Pdl è sempre una risposta anche alla Milano di Pisapia che ci sta mettendo proprio in difficoltà: sul piano della sicurezza, delle tasse e di una convivenza civile che diventa complicata». E poi liste civiche e rapporti con Umberto Bossi. «Forza Lecco, Forza Verona - assicura Mantovani -, sono solo amplificazioni giornalistiche che non hanno alcuna reale sostanza». Quanto all’alleanza con il Carroccio, «noi l’avremmo fatta anche al primo turno, la Lega vuole misurare la sua scelta di essere contro il governo Monti. Vuole fare questa indagine, ma al secondo turno non c’è alcun motivo per non rimetterci assieme evitando così di regalare il Nord alla sinistra».
Caustico La Russa sull’intervista a Giancarlo Galan pubblicata ieri dal Giornale. «Se Galan si è pentito, sappia che è in buona compagnia: prima di lui si è pentito Fini. Facciano un partito insieme». E poi «a coloro che anche oggi sono sempre pronti a rimarcare le differenze per mascherare le loro manchevolezze, a costoro dico: siete sicuri di voler dividere le acque dei fiumi? Se siete sicuri, fatelo. Chi vuol scendere dal tram, lo faccia». Ancora una testimonianza che è proprio nell’area degli ex an che si trova oggi la resistenza più rocciosa alla dissoluzione del Pdl. «Io sono per unire tutti i partiti alternativi alla sinistra - sottolinea il capogruppo pdl al senato Maurizio Gasparri che del Secolo è stato prima redattore e poi direttore - Vedo che la Lega e altri hanno idee diverse e secondo me sbagliano. Reputo sbagliato da parte di Bossi confondere fatti amministrativi locali con fatti nazionali». Gasparri, uno dei «ragazzi di via Milano», la storica sede romana dove sopra si scriveva e sotto c’erano le rotative per stampare il Secolo. Un po’ scuola quadri, un po’ comunità di anime, «era passione, militanza e professione» disse una volta nostalgico Teodoro «er Pecora» Buontempo che per mesi dormì in una 500 e si lavava a una fontanella. «La sera facevo il cameriere, la mattina politica, il pomeriggio andavo in redazione». Quella della storica foto in bianco e nero con la squadra di calcio dei saranno famosi. Tanti.

Gianfranco Fini che vi conobbe la moglie Daniela Di Sotto, Silvano Moffa, Italo Bocchino, Adolfo Urso, oggi transitati in Fli. Maurizio Gasparri e Mario Landolfi, Gennaro Malgieri e Giorgia Meloni, Francesco Storace e Mauro Mazza arrivato fino in cima alla Rai.

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