Gianandrea Zagato
«Precario, santo da Preco, instabile, malfermo, senza equilibrio. Nelle leggende santo patrono di sfrattati, poveri, sottoccupati, ricattati, co.co.co, assunti non in regola e dipendenti a termine. Invocato contro liberismo, caporalato, infortunio senza copertura, cooperative e mobbing». È l’agiografia del protettore dei senza posto fisso ed è protetta dal copyright dei centri sociali milanesi. Ma, adesso, anche dalla Provincia di Milano che con 21mila e 156 euro ha finanziato il film «Il Vangelo secondo Precario».
Affresco di chi s’affida a un santo che «combatte» contro «il libero mercato e la flessibilità» dove «i padroni sfruttano e martirizzano senza pietà le sorelle i fratelli precari». Trovata mistica dei figli di quelli che giocavano all’esproprio proletario e che per riscaldare i cortei dei centri sociali rubavano merce dagli scaffali dei supermercati. Flash della cronaca di tanto tempo fa: i figli di quegli ex autonomi adesso praticano l’autoriduzione del carovita che, per loro, è pratica lecita e dovuta perché fatta nel nome del precariato.
Ma di questa pretesa non c’è fortunatamente traccia nei novanta minuti della pellicola firmata da Stefano Obino e co-finanziata da Filippo Penati: c’è invece fotogramma dopo fotogramma la critica continua e viziata alla legge Biagi attraverso «quattro storie di ordinaria flessibilità su cui vigila dall’alto dei cieli San Precario al secolo Sandro Precario, pugile morto per sbaglio a cui San Pietro ha delegato l’archiviazione delle preghiere dei precari che continuamente giungono dalla terra». Rappresentazione dell’irrealtà che Guglielmo Epifani definisce «metafora della sacralità, perché la condizione di precario è considerata la condizione degli ultimi: nei quali però non c’è rassegnazione ma piuttosto ansia di riscatto». Critica del segretario generale Cgil che al civico 1 di via Vivaio trova declinazione nella delibera di giunta (numero 742 del 19 ottobre) presentata dagli assessori allo Sviluppo Economico, Luigi Vimercati (Ds), e alla Partecipazione e Pace, Irma Dioli (Rifondazione) che - a due anni dall’entrata in vigore della legge Biagi - sponsorizzano la proiezione del film: «Considerato che è ambientato a Milano, luogo ideale per dare il dovuto rilievo, sul piano nazionale, al tema del precariato nelle grandi aree metropolitane» e «atteso che propone un modello basato sulla possibilità di aggregare dal basso una massa critica di interesse e risorse attorno ad un’idea-progetto, tale da trasformare questa idea-progetto in un prodotto capace di competere sul mercato».
Valutazioni seguite dalla liquidazione di 21mila e 156 euro a Davide Stecconi quale presidente dell’associazione Arci I Mostri presso il circolo Arci di via Bellezza a Milano. Adesione economica che alla Provincia, come preannunciano quelli dell’Arci, vale la citazione «con il proprio logo nei titoli di coda del film e sulle locandine» oltreché a mille copie del «Vangelo secondo Precario» in formato dvd.
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