Piano e l'ex assessore di New York per rilanciare le periferie in crisi

Archistar e Fondazione Bloomberg al lavoro su un quartiere

Da mesi Beppe Sala va ripetendo che il piano periferie da 356 milioni di euro lanciato nel 2016 non procede alla velocità giusta. Dare, almeno a livello d'immagine, l'idea che i quartieri del semicentro dove il Pd (non ha caso) continua a perdere voti a vantaggio non sono abbandonati è diventato il pallino delle ultime settimane. Il sindaco ha annunciato che a partire da settembre la giunta comincerà un tour in 40 quartieri, con tanto di piccolo libretto dedicato a ciascuna tappa, per spiegare cosa sarà realizzato nei prossimi anni per riqualificare case popolari, piazze e spazi civici. Un passo oltre. Ieri il sindaco con l'assessore ai Lavori pubblici Gabriele Rabaiotti e il delegato per le Periferie Mirko Mazzali si è recato vicino a Genova, nel quartier generale di Renzo Piano a Crevari, per coinvolgere l'archistar e l'ex assessore all'Urbanistica di New York Amanda Burden, ora responsabile divisione Urban Planning della Fondazione Bloomberg (che fa capo quindi all'ex sindaco della Grande Mela) nel rilancio di un quartiere. Piano e la Fondazione - che già da mesi collabora con i coordinatori del Piano Periferie sullo sviluppo di soluzioni sostenibili - stanno individuando un quartiere su cui intervenire insieme. Chissà che non scelgano alla fine Niguarda, quello che il sindaco qualche mese fa ha indicato al presidente di Confcommercio Carlo Sangalli come un possibile «quartiere test», dove concentrare nuovo arredo urbano, presidi di sicurezza, eventi, sconti fiscali.

Sala e Rabaiotti ne hanno approfittato per fare il punto con Piano sul progetto Ponte Lambro. Il 3 febbraio del 2000 l'architetto firmò i primi schizzi per il «laboratorio di quartiere di Ponte Lambro», i lavori partirono nel 2011 ma si bloccarono nel 2015. Nell'autunno 2017 la giunta lanciò una «call for proposal» aperta a soggetti privati per completare gli interventi da 2,5 milioni di euro e lanciare un'attività. Una caccia a chi volesse prendere quei 4mila metri quadrati in via Ucelli di Nemi - una passerella di vetro che si innesta tra le due stecche di cinque piani di case popolari già riqualificate - e trasformarli in una scuola di alta formazione, un centro di ricerca, un incubatore. Alla scadenza dell'avviso pubblico il 15 gennaio non si è presentato nessuno. Almeno formalmente, perchè nei mesi è proseguito il dialogo con soggetti che avevano mostrato interesse a partecipare al rilancio. E ieri dalla riunione è emerso che i lavori sarebbero finalmente pronti a ripartire e potrebbero concludersi entro il 2020.

«Siamo alla ricerca - aveva detto Sala al lancio dell'avviso pubblico - di una vera eccellenza che voglia prendersi cura in modo concreto di una zona periferica della nostra città, un quartiere che da troppo tempo attende di rinascere».

ChiCa

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