Al pianoforte Del Corno non «stecca»

Le note di pianoforte riecheggiano ancora nell'aria. Dalle sonate di Beethoven all'integrale di Philips Glass, dal concerto all'alba di Michael Nyman alla performance in pigiama di Chilly Gonzales. È il fascino di Piano City che ancora una volta ha stregato la città e i milanesi, trasformando parchi, negozi, cortili, mercati, luoghi di ritrovo, di cultura o di vita quotidiana in concert hall di tutto rispetto. Piano city, l'iniziativa (im)portata da Berlino dall'allora assessore alla Cultura Stefano Boeri nel 2012, si è confermata ancora una volta un'iniziativa culturale interessante, bene organizzata, realmente diffusa.

Encomiabile, in tutti i sensi, dal punto di vista della qualità della proposta, dell'organizzazione, della comunicazione, della popolarità (tutti i 450 appuntamenti erano gratuiti) dell'offerta culturale rivolta a tutti i diversi pubblici della città. Città che da qualche tempo a questa parte sta conoscendo un vero e proprio Rinascimento, sia urbanistico- architettonico che culturale, in tutte le sue accezioni. Lo dimostra il numero crescente di turisti, in quasi ogni periodo dell'anno, e la straordinaria affluenza di pubblico (90mila presenze) per la kermese musicale.

Non si meraviglino i lettori: di solito da queste pagine raccontiamo tutte le magagne della nostra amata Milano, i problemi della metropoli, i nodi irrisolti e le difficoltà dell'amministrazione, questa volta riconosciamo l'impegno e l'ottimo risultato raggiunto dagli organizzatori e dall'assessore alla Cultura, il musicista Filippo Del Corno. Un susseguirsi vorticoso di settimane a tema (Salone del Mobile, Tempo di Libri, Milano Food City, Radiocity, Piano city.

A giugno esordirà la Photoweek e poi l'Archweek) con il costante corollario di eventi diffusi, sta animando Milano, sempre più vivace e internazionale. Lo scorso week end non sembrava di essere a Londra o a Parigi, ma sembrava di essere a Milano.

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