I postumi dell'incidente di un paio d'anni fa, quando si mise al volante sotto l'effetto dell'alcol e andò a schiantarsi battendo la testa, subendo lesioni che ancora oggi fanno sentire i loro effetti. È questa l'unica spiegazione che per ora offre agli inquirenti Alessandro Ghezzi, il geometra 44enne che sabato scorso ha investito e ucciso il pensionato Sandro Orlandi. Per il resto, le spiegazioni offerte da Ghezzi al giudice preliminare Livio Cristofano, che ieri lo ha interrogato e ha convalidato il suo arresto, oscillano tra l'inaccettabile e l'inverosimile.
Ghezzi ammette di essersi trovato al volante della Bmw, intestata a sua madre, che all'angolo di via Michelino da Besozzo ha centrato in pieno il povero Orlandi: ammissione inevitabile, viste le ferite che lui stesso si è procurato nell'impatto e soprattutto le immagini delle telecamere di sorveglianza che lo ritraggono sul luogo dell'incidente. Il giubbotto con una riga catarifrangente è inconfondibile: «Sì, sono io», ha confessato Ghezzi.
Al giudice, e al pm Alessandro De Tommasi anch'egli presente all'interrogatorio, il geometra ha raccontato di essersi messo al volante dell'auto, nonostante la patente gli fosse stata ritirata dopo il vecchio incidente e anche se la vettura non era assicurata. «Sono andato a un bancomat di piazza Prealpi a prelevare del contante, poi sono andato a un bar», ha raccontato Ghezzi. Nel bar, ha aggiunto, ho bevuto della birra. Tre bottiglie grandi, quelle da due terzi di litro: più che sufficienti a far schizzare all'insù il suo tasso alcolemico e soprattutto a rallentare drammaticamente i suoi riflessi. Di quanto accaduto dopo, l'indagato dice di non poter spiegare nulla: «I miei ricordi - ha spiegato agli inquirenti - si fermano al bar. E ricominciano con i momenti in cui siete venuti a casa mia a prendermi».
Potrebbe trattarsi di una sorta di choc post-traumatico: ma a rimuovere dal cervello le frasi salienti di una vicenda di questo tipo sono di solito le vittime, non i colpevoli. Certo, Ghezzi può dare una parte di colpa alle conseguenze del vecchio incidente. Resta il fatto che si è messo lucidamente al volante pur sapendo di essere privo di patente ed essendo al corrente che la Bmw non era assicurata; ciò nonostante ha pensato bene di scolarsi due litri di birra e rimettersi subito dopo alla guida.
Anche per questo nel corso dell'udienza il pm De Tommasi ha insistito per tenere l'uomo in carcere in attesa del processo, visto che gli arresti domiciliari non garantirebbero il non ripetersi di episodi analoghi.
L'inchiesta intanto va avanti per ricostruire con maggiore esattezza la dinamica dell'incidente. Nelle immagini acquisite dal pm si vede bene Ghezzi nei momenti successivi all'impatto, prima che tagli la corda, ma i momenti cruciali dell'investimento sono lontani dall'obiettivo.
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