La ghigliottina sul Cam (Centro assistenza minori) potrebbe diventare la bandiera di lotta di altre strutture d'assistenza in Italia. Consapevole della gravità del problema, Michela Vittoria Brambilla, presidente della Commissione bicamerale dei diritti per l'infanzia, ha convocato il sindaco Giuliano Pisapia e i dirigenti del centro in audizione a Roma, per cercare un'intesa comune e evitare la morte di un fiore all'occhiello milanese attivo da quarant'anni.
La legge Delrio sulle competenze della città metropolitana, cui oggi il Cam deve ubbidire, e la legge di stabilità che prevede per il Comune di Milano un salasso di 96 milioni di euro, da destinarsi alle casse dello Stato, sembrano decretare la fine di questo gioiello di salvezza per l'infanzia sofferente, che dal 1975, anno in cui fu istituito dal Tribunale dei minori di Milano, accoglie bambini dagli 0 ai 6 anni con gravi difficoltà familiari. La chiusura era prevista per il 31 dicembre, ma il centro potrebbe serrare i battenti il 31 ottobre, lasciando sulla strada 19 pargoli che non sanno nulla di Delrio e di leggi di stabilità.
Il viaggio a Roma del sindaco di Milano potrebbe essere il 3 novembre, ma la data non è ancora sicura. Intanto Milano recalcitra contro un'ingiustizia.
Bruno Dapei, direttore generale del Centro Metropolitano, ha convocato una tavola rotonda sul destino di molte realtà assistenziali per il 9 novembre, a cui ha aderito anche l'assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino.