Lunedì 23 giugno a mezzanotte la Provincia di Milano (intesa come ente) non ci sarà più. Fine mandato. Chiusa, come le altre, da quella legge Delrio che però dispone che per un periodo di sei mesi e dunque fino al 31 dicembre del 2014 rimangano in carica, senza percepire alcuno stipendio e con le sole funzioni di ordinaria amministrazione, il presidente e gli assessori. Un ente fantasma al quale i vertici dovranno dedicarsi con lo spirito del volontariato. In alternativa le dimissioni.
«Devo verificare alcune cose e anche se ci sono delle difficoltà sto maturando l'idea di proseguire nel mio incarico di presidente» ha detto ieri a margine della consegna del Premio Isimbardi dopo averci riflettuto, il presidente Guido Podestà. Aggiungendo che «da settembre dobbiamo accompagnare quello che sarà l'avvio della città metropolitana, con la scrittura dello statuto e l'elezione del consiglio e sto pensando di poter dare ancora un contributo in questo senso». Per il resto il futuro è ancora tutto da decidere. «Non so ancora se rimarrò per tutti e sei i mesi previsti dalla legge - ha precisato Podestà - potrei però fermarmi per un periodo necessario a garantire un corretto passaggio di consegne». Il che non gli impedisce di chiedere ancora una volta con forza «chiarezza a governo e parlamento» un decreto del presidente del consiglio dei ministri «che chiarisca quali effettivamente siano ora i nostri compiti». Ma «anche per quanto riguarda il personale e lo staff che verranno ridotti, vorrei sapere cosa dobbiamo fare per chi ha lavorato qui per anni».
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