Alberto Giannoni
Un posto importante, ma gari un assessorato. In caso di vittoria del centrosinistra, molti si aspettano un incarico di peso per lei. Sociologa, 37enne, candidata da indipendente nelle liste Pd, Sumaya Abdel Qader è la responsabile cultura del Caim, il coordinamento delle associazioni islamiche. La sua discesa in campo ha fatto molto discutere e le polemiche si sono riaccese quando fra gli aspiranti candidati del Pd (nel municipio 4) è spuntato anche Sam Aly, militante «dem» che si è fatto fotografare con un imam considerato fondamentalista tanto da essere respinto dal governo italiano. L'ex ministro Maurizio Lupi ha evocato un'adesione ai «Fratelli musulmani» e l'attacco del centrodestra ha messo in grave imbarazzo il candidato del Pd Beppe Sala (peraltro ritratto, ignaro di tutto, in un altro «selfie» dello stesso Aly). La sua candidatura è stata subito «congelata» dal partito, ma Aly ha smentito di far riferimento all'organizzazione internazionale dell'islam politico, condividendo un approfondito intervento della stessa Abdel Qader. L'esponente del Caim ha ammesso di essere stata dirigente del Forum of European Muslim Youth and Students Org e della Federazione delle Organizzazioni Islamiche Europee, negando però che siano «un'emanazione della fratellanza musulmana» e affermando che sarebbero «organizzazioni indipendenti, spesso finanziate dall'Unione Europea per molti progetti».
Dentro il partito, la candidatura di Abdel Qader divide. Esponenti della minoranza invece, anche e soprattutto donne, si sono mostrate entusiaste. In un'area politica diversa serpeggiano malumori e scetticismo (tanto che i dissensi sono stati messi a verbale nella riunione della segreteria). La candidatura però è solidissima. Abdel Qader ha iniziato la sua campagna e fa «ticket» - come si dice ormai - con Alessandro Giungi, consigliere uscente e sostenitore di Pierfrancesco Majorino, leader locale della sinistra interna. Nel Pd si prevede che molti elettori della sinistra interna abbineranno questa preferenza con quella da assegnare a Giungi o allo stesso Majorino, capolista.
Si pronostica dunque un exploit elettorale per la candidata musulmana, anche perché i voti politici si sommeranno all'espressione del consenso legato ai centri islamici. Se queste previsioni fossero confermate, la previsione di un incarico importante, magari un assessorato, sarebbe plausibile. A quel punto emergerebbero divisioni che ora restano sottotraccia per «ragion di partito».