La porta non si apre, coppia di anziani paga 8mila euro

La porta non si apre, coppia di anziani paga 8mila euro

Martedì hanno cambiato la serratura alla porta d'ingresso dell'appartamento di una coppia di ultrasettantenni, in zona Repubblica, per la «modica» cifra di 8.280 euro. L'errore dei due anziani? Trovarsi in preda al panico di non riuscire a rientrare in casa, non sapere a chi rivolgersi e cliccare su internet inserendo il nome della ditta che produce le specifiche chiavi di quella porta per essere così «invitati» a chiamare il numero di pronto intervento suggerito da un link apparso sullo schermo della pagina apertasi sul telefonino. Suggerimento che loro hanno raccolto, fiduciosi. Trovandosi poi costretti, all'arrivo dei cosiddetti «tecnici», a versare prima un assegno di acconto di mille euro come caparra, quindi, a lavoro terminato, a sborsare la cifra-salasso di 7.280 euro (nella foto la bolla d'intervento, ndr) senza vedersi restituire l'anticipo come promesso all'inizio.

Saputo dell'accaduto, il figlio della coppia si è rivolto ad Adalberto Biasiotti, l'ingegnere presidente del comitato dell'unione nazionale consumatori di Modena e referente del gruppo «Securmasters di Bellitti Centro Ingrosso Serrature» di viale Cirene 22B, servizio di pronto intervento serrature con prezzi approvati da 20 anni da otto associazioni di consumatori. Biasotti ha consigliato di sporgere denuncia, poi con il documento della querela presentarsi in banca a bloccare gli assegni.

Chi crede che i fabbri abbiano fatto ammenda sbaglia di grosso. Consci di aver chiesto una cifra a dir poco astronomica peraltro per sostituire la serratura non con il modello originale, bensì con un'apparecchiatura standard e quindi di valore (ed efficacia) sensibilmente inferiore hanno telefonato alla coppia chiedendo lumi sul blocco degli assegni. Quando il figlio dei pensionati ha spiegato allora di aver sporto denuncia, dall'altra parte è sceso un eloquente silenzio: «Beh, allora transiamo - hanno insistito -. Ci dia almeno 7-800 euro...».

E dinnanzi alla richiesta di una fattura, hanno promesso di rifarsi vivi. «Probabilmente non li rivedremo più: gli anziani sono prede ambite da questi truffatori che fanno leva sul fattore psicologico» conclude saggiamente Biasiotti.

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