"Profughi, multe alle coop se non c'è l'ok dei sindaci"

Ordinanza dei Comuni leghisti: è scontro col prefetto Intanto gli eletti si sfilano dal protocollo accoglienza

"Profughi, multe alle coop se non c'è l'ok dei sindaci"

Si riapre il braccio di ferro sull'accoglienza dei richiedenti asilo. Mentre Milano fa sapere di che oggi nel capoluogo ci sono 6.011 migranti. Il prefetto Luciana Lamorgese insiste su un'accoglienza diffusa e sostenibile per tutti e ha annunciato che sono arrivati a quota 82 (da 76 che erano) i Comuni aderenti al protocollo (i nuovi sono Albairate, San Giorgio Su Legnano, Lacchiarella, Vanzago, Cesate e Vignate). I sindaci leghisti invece scelgono la linea dura, e annunciano ordinanze per multare i privati che accolgono migranti senza l'ok dei Comuni. Fra tutti i sindaci, particolarmente delicata la posizione di quelli in carica da fine giugno. I neo eletti di centrodestra stanno studiando la pratica per capire se e come sia possibile disimpegnarsi dal protocollo. Esiste però anche il caso opposto, come quello di Buccinasco, dove il primo cittadino Rino Pruiti, ha deciso di aderire mentre la giunta uscente (in cui era vicesindaco) si era fermata perché in scadenza di mandato. Pruiti fra l'altro si è appellato ai privati, scatenando la reazione di Lega e 5 Stelle locali: «Il neo sindaco conferma le nostre previsioni - dicono dal Carroccio - non essendoci immobili disponibili, chiede ai privati di farsi avanti, favorendo così il lucro e la speculazione sui migranti per arricchire cooperative e privati».

Nei Comuni passati dal Pd al centrodestra la linea è: non accogliere più nessuno. Tecnicamente però non è semplice fare retromarcia sugli impegni presi e sull'ospitalità già in corso. A Sesto San Giovanni, il sindaco Roberto Di Stefanola vede così: «L'accordo era stata sottoscritto dal sindaco Chittò. Io non lo avrei firmato. Mi sono già confrontato con il prefetto Lamorgese facendole presente che non sono disponibile a fare nuove aperture mirate a eventuali integrazioni di quel protocollo. Questa gente va aiutata nei propri Paesi, molti di loro non hanno diritto di stare in Italia. Anche le recenti dichiarazioni del governo mi sembra vadano in quella direzione. Se arriveranno nuovi immigrati di certo non avranno il via libera all'accoglienza da parte del Comune di Sesto».

Il sindaco leghista di Senago Magda Berretta ha preso una decisione drastica e ha scritto al prefetto per comunicare «la decisione di ritirare con effetto immediato l'adesione al protocollo». Da definire il «no» di Garbagnate. Articolata invece la linea di Magenta. «Andremo dal prefetto e discuteremo - spiega il sindaco Chiara Calati - Abbiamo due centri e 130 persone circa, numero quasi il doppio di quelli che dovrebbe essere. Discuteremo col prefetto la migliore soluzione per i cittadini e per le esigenze di un'accoglienza che dev'essere gestibile, altrimenti tutto diventa più complicato per tutti».

Agevole il passo indietro di Legnano, dove il leghista Gianbattista Fratus, subentrato a un sindaco che non aveva firmato, ha fatto sapere che lui non lo farà mai, e che considera ricattatorio doverne accogliere di più in mancanza della firma. Proprio su quest'ipotesi - l'accoglienza senza l'ok dei sindaci - arriva l'ordinanza che la Lega annuncia col segretario lombardo Paolo Grimoldi: «Non possiamo tollerare che i sindaci siano scavalcati dai prefetti e dai privati - attacca -Per questo i sindaci della Lega in Lombardia hanno preparato un'ordinanza che prevede sanzioni fino a 5mila euro per chi non comunica la partecipazione ai bandi delle prefetture».

«Le leggi sono chiare, i sindaci sono autorità sanitarie locali e autorità di pubblica sicurezza. È impensabile che prefetti e privati li scavalchino sistematicamente scaricando sui Comuni centinaia di persone che, dopo pochi mesi, andranno a bussare alla porta del sindaco per chiedere assistenza».

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