Profugo suicida: è scontro sull'immigrazione

Il dramma del giovane malese riaccende la polemica sull'ospitalità dei richiedenti asilo

Profugo suicida: è scontro sull'immigrazione

Richiedente asilo, africano, 31 anni. Si è tolto la vita impiccandosi a un palo della ferrovia, a pochi metri dalla stazione Centrale, su una massicciata che dà su via ferrante Aporti. Sull'altro lato dei binari, l'hub di via Sammartini, discusso centro di accoglienza che ospita transitanti e profughi (talmente tanti che il Comune ha deciso di ridurre i posti a disposizione). A pochi passi, la piazza Duca d'Aosta, teatro martedì scorso della spettacolare operazione di polizia che la Questura ha deciso di mettere in campo contro la presenza di clandestini e per contrastare il «degrado» della zona. L'operazione ha fatto molto discutere e molto ancora si parlerà del caso migranti.

Il giovane, proveniente dal Mali, era in Italia da un anno e mezzo e non risulta fosse fra gli ospiti dell'hub. La sua tragedia, però, suscita già discussioni e polemiche in Comune e non solo. «Ecco i danni di un'immigrazione senza freni» commenta la consigliera azzurra Silvia Sardone, che parla della «illusione che tante anime belle di sinistra offrono agli immigrati. "Vivrete meglio in Italia" - sintetizza - la realtà è ben diversa, tra degrado e delinquenza, l'accoglienza è solo un business». Parole pesanti, simili a quelle dell'ex vicesindaco Riccardo De Corato, capogruppo regionale di Fdi, secondo in quale l'accoglienza indiscriminata a produrre «disperazione in persone accolte e stipate a centinaia negli stessi luoghi, senza alcuna vera speranza di un futuro». «E pensare - ha aggiunto - che da mesi e mesi, ormai, siamo enormemente al disopra di cifre accettabili che addirittura Majorino, già nel 2016, disse che c'era carenza di posto. Poi però Milano accoglie sempre tutti e ci ritroviamo con accampamenti in stazione, in porta Venezia, nelle periferie. Una materia delicata, l'immigrazione, che viene trattata dal Governo con un flusso ininterrotto di esseri umani, che continua senza neanche più prendere accordi con le amministrazioni locali».

A Sardone e Majorino è sembrato voler rispondere proprio l'assessore al sociale, Pierfrancesco Majorino: «Quando oggi ero in via Ferranti Aporti e nella zona della Centrale - ha scritto - a discutere con carabinieri, operatori e cittadini, in diversi contesti e momenti, dell'assurdo suicidio di un ragazzo di cui non sappiamo nulla (tranne una cosa: si tratta di un richiedente asilo del Mali) quando guardavo e riguardavo l'immagine di quel corpo mi dicevo una cosa "speriamo almeno che nessun avvoltoio ci speculi sopra". Ovviamente non è andata così - ha aggiunto - esponenti della destra affermano che quella morte sia colpa del sistema di accoglienza di Milano.

Proprio loro che tutto quel che facciamo lo vorrebbero cancellare per sostituirlo col nulla o con qualche altra parata poliziesca». E adesso con ancor più attenzione si aspetta la marcia del 20 maggio, dedicata all'accoglienza «senza muri», alla quale hanno già aderito vip ed esponenti della sinistra.

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