(...) Ci riferiamo ovviamente al caso emblematico di Greco, dove un comitato - non è importante stabilire quanto nutrito o rappresentativo - ha ingaggiato una battaglia per impedire l'apertura di una mensa nella piazza del quartiere. È scontata la condanna del vandalismo da cui tutti hanno giustamente preso le distanze. Ma resta il caso. È chiaro che la Caritas svolge una funzione encomiabile e insostituibile. Ciò non è in discussione. Ma è difficile che i malumori e le proteste di Greco possano essere etichettate, come ha fatto l'assessore alla Sicurezza, Marco Granelli, come episodi di «grave intolleranza di una minoranza» da «isolare». Sono così sicuri, a Palazzo Marino, che si tratti solo di «intolleranza»? Noi non tireremo in ballo i «radical chic» - non è certo il caso di Granelli oltretutto. Ma non ritiene la sinistra milanese di dover provare a comprendere meglio il disagio che dilaga in tanti quartieri e periferie? Non vale tanto o solo per Greco. Stesso discorso si può fare là dove i residenti protestano contro l'abusivismo. O dive si mobilitano per stoppare progetti che appaiono mal concepiti. La riprova? È ormai assodato che nessuno protesta a Lampugnano, che ospita la preghiera che tanti problemi creava in viale Jenner. Significa che dove le decisioni sono ponderate e logiche gli interessi si possono conciliare.
Dove invece le scelte sono superficiali o illogiche il la reazione è inevitabile, soprattutto nel caso in cui l'interesse pubblico di un progetto appaia dubbio o sfuggente ai più. Chi vuol parlare di intolleranza faccia pure: legge pure la realtà con gli occhiali dell'ideologia. È un metodo che non prevede dubbi e dà risposte certe. E comode. Troppo comode.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.