A quasi 10 mesi dal decreto Minniti il questore Marcello Cardona ha firmato due giorni fa un'ordinanza che definisce senza più ombra di dubbio (semmai ce ne fossero) la corretta «applicazione degli istituti previsti» da quel decreto legge, ossia gli ordini di allontanamento e i Daspo urbani. La questura ha «richiamato l'attenzione sui nuovi strumenti di tutela della sicurezza urbana», ha inviato ai comandanti della polizia locale e alle altre forze dell'ordine la modulistica in formato Microsoft «per una più agevole pianificazione dei servizi». Una mossa che vale soprattutto come pressing al sindaco di Milano e a quelli che ancora non hanno approvato il Regolamento di polizia urbana su cui vanno individuati «ulteriori luoghi di interesse artistico, culturale e turistico» diversi rispetto a stazioni, metropolitane, aeroporti e vie limitrofe su cui il decreto può essere già applicato automaticamente.
Ad oggi, è ricordato nel testo firmato da Cardona, hanno emanato il regolamento solo i Comuni di Bovisio Masciago, Cassano d'Adda, Legnano, Melegnano, Monza, Nova Milanese, Rozzano, Senago, Seregno e Sesto San Giovanni. L'ordine di allontanamento, come ha spiegato la dirigente dell'Anticrimine Alessandra Simone, viene emesso insieme a una multa da 200 a 600 euro nei confronti di chi venga trovato in stato di ubriachezza, commetta atti contrari alla pubblica decenza, occupi aree interne delle infrastrutture e relative pertinenze (dalle banchine ai mezzanini, corridoi, vie di accesso alle stazioni) e ai parcheggiatori abusivi». L'ordine di allontanamento è di 48 ore e «può essere eseguito da tutte le forze di polizia». Il Daspo urbano invece può essere emesso solo dal questore nel caso in cui vengano violati da uno stesso soggetto in una stessa zona più ordini di allontanamento, e il divieto di accesso in caso di recidiva può arrivare a 6 mesi. Simone ha ribadito che «i Comuni possono estendere l'applicazione individuando aree specifiche nel regolamento di polizia urbana, inserendo ad esempio aree archeologiche o scolastiche, parchi». Dallo scorso luglio il questore ha emesso solo tre Daspo, uno a Legnano nei confronti di un parcheggiatore abusivo e due a Sesto nei confronti di rom moleste, 50 invece gli ordini di allontanamento. La dirigente dell'Ufficio prevenzione della Questura Maria Josè Falcicchia ha precisato che a Milano «nei primi 4 mesi del 2018 i reati sono in calo del 12%» e «finora non c'è stato un Daspo urbano in città». Rimangono in leggero aumento alcuni tipi di furto e i tentati omicidi.
Il sindaco Beppe Sala «smonta» i Daspo. Si dice genericamente «favorevole» ma anche «molto cosciente dei limiti. Il Daspo prevede che poi ci sia un controllo, che non venga reiterato il comportamento anomalo, e fare un controllo simile su una città non è semplice. Il dapso per lo stadio lo capisco al 100%, quella per la città mi pare una delle tante questioni che vengono politicizzate e nella pratica sono poco efficaci». Cita Sesto San Giovanni portata «spesso a modello, ma ne ha chiesti 200 e gliene hanno accordati due. Stiamo attenti a non rischiare di illudere la gente che attraverso l'applicazione di questi strumenti si risolvono le cose. Con l'assessore alla Sicurezza Anna Scavuzzo stiamo verificando la questione del regolamento, bisogna fare una mappa completa dei luoghi sensibili però poi su quei luoghi serve un vero controllo o è solo teoria, c'è il rischio di spostare il problema da una parte all'altra». Tempi lunghi. Anche perchè il regolamento è datato e dal momento che si tratterà di portarlo in giunta e poi in consiglio, il Comune vuole aggiornarlo nel suo insieme. Al momento Milano ha applicato una trentina di allontanamenti, soprattutto riguardo a writers in metrò e nei confronti dei rom che rivendevano merce all'ingresso del «Pane Quotidiano» in viale Toscana. Si sa che il questore vorrebbe colpire con i daspo gli spacciatori del «parchetto della droga» in Rogoredo, ma dal Comune fanno presente che l'area non rientra nella categorie dei luoghi turistici o di interesse culturale e artistico. «Stiamo ragionando per individuare aree in cui l'uso di questi strumenti sia davvero utile - spiega Scavuzzo - non vorremmo che il risultato fosse lo spostamento di problematiche nelle vie di fianco», pensa ai controlli massicci in stazione Centrale che hanno trasferito la microcriminalità in via Benedetto Marcello.
Il centrodestra contesta.
«Questione politicizzata e inefficace? Sala copi Sesto» afferma il leghista Massimiliano Bastoni. E Silvia Sardone (Fi) fa presente che a Sesto «si è arrivati a 230 allontanamenti e il tasso di recidiva è del 10%, su cui poi interviene il questore».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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