Una ragazza sniffa sulla metropolitana. Uno spettacolo penoso e inquietante quello cui hanno dovuto assistere i passeggeri della linea rossa, due giorni fa, intorno alle 14. Uno spettacolo che è stato fortuitamente immortalato da una fotografia che a suo modo resterà scolpita nella mente dei milanesi, come simbolo di un'emergenza che sembra non avere argini.
Gli esperti e le forze dell'ordine da tempo avvertono e segnalano questa emergenza: un fiume di droga che arriva a Milano. Non solo a Rogoredo, in quel boschetto a fianco alla seconda stazione di Milano, trasformato ormai in un supermercato della droga, aperto dalla mattina a notte fonda e meta di trafficanti e tossici disperati. No, in questo caso siamo a Lampugnano e siamo soprattutto sul metrò, davanti a bambini, famiglie e persone normali, alle prese con normalissimi faccende quotidiane. Sono saliti in tre, a Lampugnano, due uomini e la donna, giovanissima, forse neanche ventenne. A raccontarlo Maryan Ismail, che casualmente lavora proprio nella presa in carico di persone vittime di dipendenze: «Una volta seduti, uno dei due tizi ha tirato fuori dal taschino delle bustine e ha come sbriciolato sul seggiolino accanto a sé, nel frattempo liberato dal compagno, la cosa che aveva. Con il corpo ha seminascosto la ragazza, lei si è quasi sdraiata per sniffare quella cosa sul seggiolino, davanti a tutti. Ha avuto un moto, un sobbalzo, pareva fuori di sé, la testa ciondolante. Arrivati alla fermata Duomo l'hanno presa per le braccia e sono scesi». «Sono sconvolta - racconta - la mia percezione è che lottiamo a mani nude contro qualcosa di travolgente. Nessuno dei presenti sapeva se e come intervenire, non si sapeva se i due fossero pericolosi, o violenti e quali reazioni potessero avere. Ma avevano sicuramente dalla loro un senso di impunità, hanno agito come chi si sente padrone del territorio, in grado di sottomettere chiunque. Quella ragazza era come in ostaggio, e con lei tutti i cittadini».
«Viviamo un'emergenza straordinaria - commenta Pietro Farneti, educatore e amministratore della fondazione Eris - si è abbassato il livello di percezione. La nostra società tollera di più, è più individualista, 30 anni fa qualcuno avrebbe detto qualcosa, ora c'è più paura e più violenza. Questi comportamenti in realtà sono subiti, più che tollerati». «Si vede una ragazzina - aggiunge Farneti - e in effetti abbiamo un'emergenza nel mondo femminile, ragazzine dai 16 anni in su, è una novità degli ultimi due anni.
E succede di tutto. Ma la questione vera è che questi allarmi da tempo vengono dati ma sembra di gridare nel deserto, questa scena accaduta in metropolitana riguarda tutta la società, le famiglia, la scuola, la politica».
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