Rapine in aree di servzio Presa la gang delle calze

I venditori di calzini agivano nelle aree di sosta dell'autostrada: minacce e botte alle vittime

Rapine in aree di servzio Presa la gang delle calze

Talvolta «solo» pesantemente inopportuni. Quindi anche ladri e aggressori, autori di danneggiamenti, responsabili di minacce e ingiurie: in una parola veri e propri criminali. Erano anni ormai che, praticamente ogni giorno, alla polizia, nei comuni tra il Lodigiano e il Piacentino, arrivavano segnalazioni sui cosiddetti «calzinari», un gruppo di pluripregiudicati di origine campana, venditori abusivi di calzini che dal 2013 in avanti hanno invaso e le aree di servizio dei tratti autostradali compresi tra Milano e Lodi e tra Fiorenzuola d'Arda e Piacenza. E che hanno continuato a imperversare in queste zone formando una vera e propria organizzazione criminale, del tutto incurante non solo dei blitz delle forze dell'ordine e delle circa 7mila paia di calzini sequestrati. Ma anche dei provvedimenti giudiziari e amministrativi presi nei confronti dei suoi appartenenti, compresi fogli di via e divieti di ritorno nei comuni dove sorgono gli autogrill, fino a misure come gli avvisi orali e la sorveglianza speciale a cui sono stati sottoposti alcuni di loro dopo una sfilza di denunce. Così è stata accolta con grande sollievo la notizia dell'arresto ieri mattina di 9 di questi ambulanti non solo autori di attività illegali, ma anche di soprusi e minacce nei confronti dei viaggiatori in sosta, dei lavoratori degli autogrill (persino i direttori) e delle pattuglie della polizia che intervenivano in seguito alle innumerevoli richieste.

Il fenomeno ha avuto inizio nelle aree San Zenone Est e Ovest di Milano per poi estendersi e degenerare, negli anni successivi, in quelle di Somaglia di Lodi e Arda di Piacenza. La tecnica per estorcere denaro ai clienti degli autogrill era ben collaudata: un uomo si avvicinava al cliente, spesso nel parcheggio, chiedendo una banconota da 10 o addirittura 20 euro per un paio di calzini. In pochi secondi veniva raggiunto da altri componenti della gang, che accerchiavano la vittima. Dopo averla intimidita la costringevano a consegnare il denaro. Diverse persone sono state addirittura malmenate pesantemente, con calci e pugni. E la gente aveva una tale paura che gli affari di quelle aree di servizio negli ultimi tempi segnavano un calo del 40 per cento.

L'indagine ha appurato che il fenomeno dei calzinari era molto redditizio, con grandi ricavi ottenuti dalla vendita estorsiva delle calze, ma l'inefficacia delle misure di allontanamento dei venditori abusivi ha richiesto azioni più forti e così la Procura di Piacenza ha autorizzato intercettazioni telefoniche, appostamenti, pedinamenti e analisi di filmati di impianti di videosorveglianza. L'inchiesta ha così portato a identificare tutti i responsabili - più di trenta - organizzati in una vera e propria associazione criminale in cui ognuno aveva un ruolo determinato e nella quale erano state stabilite precise gerarchie e spartizioni di territorio. È stato accertato inoltre che, oltre a vendere calzini, alcuni contattavano altri gruppi criminali (tra cui esponenti della camorra) per mettere a segno furti nelle aree di servizio sotto il loro controllo.

Inoltre c'erano fenomeni che si estendevano oltre le aree di servizio: spaccio e uso di droga, uso dei mezzi pubblici (in particolare i treni da Napoli alla Lombardia) senza pagare, e anche truffe o estorsioni agli di albergatori.

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