Cronaca locale

Real Baires: "Reagiamo subito o sarà tardi"

«Milano è una macchina che ha sempre funzionato in maniera eccellente: dobbiamo fare uno sforzo collettivo e tornare in tempi rapidi alla normalità, far sì che i turisti ricomincino a venire sotto la Madonnina senza ansie di alcun genere. Per fortuna la Regione - con questa nuova interpretazione di stamane (ieri per chi legge, ndr) della prima ordinanza di domenica che imponeva la chiusura di tutti i bar alle 18 - ha voluto sdoganare dall'orario di chiusura 18-6 i cocktail ba, quindi anche l'happy hour, purché nei locali si faccia solo somministrazione assistita e solo ai tavoli...Noi siamo pronti: perché non attrezzarci e mettere anche lastre di plexiglas davanti ai banchi per evitare che la gente stazioni lì, limitando così al massimo la commistione?».

La verve di reattività positiva del commerciante milanese, che prende il toro per le corna e combatte con ogni forza contro la sindrome da coronavirus, ha un rappresentante particolarmente esplicito in Luigi Ferrario, 40enne presidente dell'Associazione Real Baires e titolare del cocktail bar «Casa Mia» di viale Regina Giovanna 22. Locale chiuso finora ieri visto che di solito apre alla 18.30.

«La pandemia non è partita da qui, l'Italia è una vittima del contagio, ma il fatto che il governo non sia intervenuto subito, quando ancora l'epidemia nel nostro Paese era solo una possibilità embrionale, potrebbe avere effetti economici e discriminatori molto importanti sul lungo periodo» spiega Ferrario.

Il presidente di Real Baires considera il commercio, compresi i bar e gli alberghi («dove la situazione è drammatica e le disdette fioccano») come l'epidermide del problema che ora rischia di arrivare «al cuore e al cervello».

«Anche in visione delle Olimpiadi invernali del 2022, serve un'azione epocale che dimostri alla comunità internazionale la voglia e la capacità di contenere il problema - conclude Ferrario -.

Ad esempio? La costruzione di un ospedale che sopperisca alla mancanza di posti per la terapia intensiva».

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