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Record di ingressi in Area C In città lo scooter batte tutti

Un investimento di 2mila euro per acquistarlo si ammortizza in due anni Nel 2014 il 30 per cento di ingressi in più. Ma i parcheggi sono troppo pochi

I n area C? Conviene andare in moto. Si fa presto a fare due conti. Uno scooter di 125 cc costa circa 2000 euro (si va dai 1700 euro del Kymco Agility ai 2300 euro del Piaggio Liberty). Quindi se si entra in centro tutti i giorni, e si considerano i 5 euro di Area C, in due anni (valutato un uso di 200 giorni l'anno) si ammortizza il costo del mezzo. I milanesi lo hanno capito ed infatti il numero degli ingressi in area C dei due ruote si è rivelato consistente da quando è stata introdotta la gabella. Mediamente, e considerando tutto l'anno, sono stati ben 25.697 al giorno nel 2012, 24.649 nel 2013 e 24922 nel 2014 (dati relativi ai passaggi dei targati- fonte Amat). I dati però risultano imprecisi e infatti sempre secondo Amat va applicato un coefficiente moltiplicativo 2 quindi i valori vanno raddoppiati. Per la precisione però vanno letti alla luce delle condizioni meteorologiche perché l'uso degli scooter ne risente e nel 2013 i giorni di pioggia (155) sono aumentati di oltre il 50% rispetto al 2012 (97). Anche nel 2014 i giorni di pioggia sono stati 139 quindi il 40% in più del 2012. Di conseguenza anche se i passaggi sono omogenei nei tre anni presi in considerazione si deve stimare un significativo incremento dell'uso alla luce delle condizioni meteorologiche. I numeri forniti dall'Amat non prendono poi in considerazione i ciclomotori e quindi si deve calcolare il 30% di veicoli a due ruote a motore in più. Il successo dell'incremento dell'uso dei motoveicoli in città è confermato anche dall'incremento del parco circolante che dal 2000 al 2011 è salito del 53% con una crescita di 53.000 veicoli mentre nel medesimo periodo il parco circolante automobilistico è diminuito del 9%. I dati risultano ancora più significativi se si considera che nello stesso periodo la vendita di moto è calata del 51,37%. Mentre quella di auto del 27,89%. Quindi, nonostante un maggior calo di vendite, alla moto non si rinuncia e infatti gli scooter usati si trovano con difficoltà. «Addirittura – ci ha detto Simone Camnasio, concessionario Piaggio, -c'è chi ha proprio venduto l'auto per passare allo scooter. La mattina in un attimo si portano i figli a scuola e poi si raggiunge brevemente il posto di lavoro». «Gli unici problemi sono dovuti alle sospensioni– ha aggiunto- per le troppe buche, strade lastricate e pavè». «La moto- sostiene il direttore generale di Ancma ( Associazione Nazionale Ciclo Motociclo e Accessori) Pier Francesco Caliari – è l'unica soluzione alla mobilità sostenibile all'interno delle città. Le due ruote non inquinano. Prima i motociclisti erano sporchi, brutti e cattivi ma oggi vedere una donna in moto non fa più notizia». Lo scooter quindi è sempre più adatto ad entrambi i sessi. In buona sostanza, se si prendono in considerazione i dati, non si può affermare che il calo degli ingressi delle auto abbia trasferito i passeggeri completamente sui mezzi pubblici. La loro scarsa efficienza infatti ha fatto sì che i milanesi, conservando il trasporto individuale, si trasferissero in sella alle due ruote a motore. Il problema però riguarda i posteggi perché, nonostante siano stati incrementati significativamente, non sono ancora sufficienti ad assorbire le esigenze dei motociclisti. Basta fare un giro in centro per rendersene conto. Mentre infatti in città sono stati trovati diversi spazi per il bike sharing non si può dire lo stesso per i parcheggi destinati alle due ruote a motore. Ma questa amministrazione pensa prevalentemente alle biciclette e infatti basta leggere il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) o il Piano Generale Urbano del Traffico (PGTU) dove vengono dedicati vari capitoli al marketing e comunicazione sulla diffusione dell'uso della bici, alle piste ciclabili, al bike sharing e allo sviluppo dell'uso della bici. Si afferma inoltre che la sosta irregolare dei motocicli è tra il 55% e il 72%. In ragione dell'abitudine a sostare sui marciapiedi. Ma anche quando ci sono marciapiedi larghi l'amministrazione punta a fare cassa con le multe invece di tracciare le righe nonostante anche nel PGTU stesso si afferma che è necessario procedere a una «progressiva estensione dell'offerta di parcheggi». Come peraltro negli obiettivi ministeriali c'è. E forse si potrebbe pensare a dei parcheggi ad uso variabile: d'estate per le moto e d'inverno per le auto. Oppure come suggerisce Stefano Bolognini, già assessore in Provincia, si potrebbero usare i garage privati con tariffe agevolate. Dai documenti emerge inoltre che entro la cerchia dei Bastioni la sosta di moto e ciclomotori dovrà essere progressivamente sottoposta a forme analoghe di regolazione e controllo simile a quello delle auto differenziata tra rotazione pura a pagamento, rotazione semplice e residenti stalli gialli. Poi però per il resto della città non se ne parla. Anche per i parcheggi di interscambio le moto sono sconosciute. Invece si sottolinea l'inserimento dello scooter sharing come trasporto alternativo. Ma non è già la moto un trasporto alternativo all'auto? In merito ai tempi medi di spostamento con trasporto privato nelle carte non c'è differenziazione tra moto e auto. Ma poi il Pums sottolinea nella ripartizione modale degli spostamenti a Milano che il 5,7% usa le bici e il 7,3% usa le moto quindi la differenza positiva di uso delle due ruote a motore sulle biciclette è del 28%. Per quanto riguarda le emissioni lo stesso Pums ambientale riconosce che «per i motoveicoli dati i già limitati consumi e l'incertezza delle informazioni in merito» non è stata introdotta alcuna ipotesi. Se poi si analizza l'incidentalità non si fanno differenze tra auto e moto mentre per le bici ci sono capitoli dedicati. Altri obiettivi dei documenti sopra citati sono la riduzione dell'inquinamento atmosferico, il risparmio energetico e il miglioramento della circolazione stradale e della congestione da traffico. Tutti obiettivi possibili con l'incremento dell'uso degli scooter o dei motocicli. «Va ripensata la mobilità delle nostre città- afferma ancora Pier Francesco Caliari (Ancma)– concepite quando il numero di veicoli circolanti non era così rilevante. Va incentivato l'uso delle due ruote a motore.

Inoltre l'industria nel tempo si è adeguata ed oggi fornisce veicoli sempre più sicuri con accessori e abbigliamento che hanno fatto un vero salto di qualità pertanto le moto rappresentano l'unica risposta alla mobilità sostenibile».

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