Il reddito di cittadinanza è stato concepito male, è nato malissimo, e la crisi di governo ora potrebbe bloccarlo definitivamente. E l'assessore regionale al lavoro e formazione, Melania Rizzoli, ammette sconsolata: «Non sappiamo cosa fare». Dal pasticcio alla farsa si potrebbe dire, se non ci fossero di mezzo decine di migliaia di persone fra i beneficiari (37.455 domande accolte a Milano su 77.309) e centinaia come «navigator». Per il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, sarebbe il voto anticipato a pregiudicare tutto. In realtà, è la crisi che fa saltare alcuni passaggi cruciali, ma in un quadro che era già pieno di incognite. Per esempio, entro settembre i Comuni dovevano predisporre le procedure amministrative per istituire i progetti utili alla collettività che i beneficiari del reddito di cittadinanza devono svolgere). Il Capo dei grillini oggi avverte che un governo nato da eventuali elezioni anticipate «non avrà tempo per la legge di bilancio, o per confermare il reddito di cittadinanza». «Andremo in esercizio provvisorio» prevede. Ma prima ancora del possibile voto anticipato, è stato il fallimento del governo a compromettere l'attuazione della misura, e prima ancora della crisi il reddito era già un ginepraio di ritardi, incognite e buchi. Dall'incertezza, insomma, si è passati al caos.
Gli esponenti dei 5 Stelle avevano spiegato ai quattro venti che il reddito avrebbe avuto senso solo con una riforma dei centri per l'impiego. Una riforma organica non si è vista, in realtà, si sono visti solo i «navigator», ma il loro lavoro doveva partire nel corso di questo mese, e se in Piemonte si parla di una misura in tilt, anche il Pirellone non sa che pesci prendere. E Rizzoli, più interdetta che polemica, spiega: «L'assessore al lavoro della più importante Regione italiana non ha avuto informazioni, non sa chi sono, quando, come e da chi saranno formati. Non sappiamo niente».
Praticamente l'unica certezza è che sono partiti i pagamenti del sussidio, ad aprile, giusto in tempo per le elezioni europee. «Aspettiamo di vedere che succede con il governo e quali sono gli sviluppi - riflette Rizzoli - noi, dal punto di vista nostro, dobbiamo capire quale sarà il destino della misura e anche dei cosiddetti navigator, persone disoccupate assunte con un contratto a tempo determinato, quindi precari, per cercare lavoro ad altri disoccupati». Si coglie nell'assessore, più che altro la preoccupazione e lo sconcerto per una incredibile confusione che si è determinata in un provvedimento che doveva essere il fiore all'occhiello del governo. E Rizzoli guarda a questa confusione da un Palazzo Lombardia che invece rivendica con orgoglio un sistema di formazione professionale che funziona e bene. «In Lombardia, la ricerca del lavoro è più facile che altrove. La competizione pubblico-privato dà risultati eccellenti. La gente chiede di poter lavorare e noi su questo ci stiamo impegnando, e dico grazie anche al presidente Fontana. E la Lombardia forma ragazzi anche in base alle esigenze del territorio e delle aziende».
Altra filosofia, quella del reddito. «Questa riforma - spiega - è nana di corsa, noi assessori al lavoro l'abbiamo seguita passo-passo col ministro, lamentando delle criticità che adesso vengono al pettine. È una misura che è stata introdotta per le Europee, fatta passare come la più grande riforma in tema di mercato del lavoro- aggiunge - ma per ora è stata solo la più grande assunzione di precari mai fatta dallo Stato». I navigator sono stati scelti tramite concorso, e avrebbero dovuto essere distribuiti fra le Regioni (non la Campania che li ha rifiutati). «Intanto - spiega l'assessore - già ci sono i ricorsi di coloro che nei centri di impiego lavoravano da precari ed erano in attesa di assunzione. Sono stati esclusi e sono rimasti in un limbo». Ma è anche e soprattutto l'incertezza su questi navigator il problema: «Non abbiamo un elenco, non sappiamo chi sono e come sono formati. Avrebbero dovuto essere sottoposti a formazione, 200 ore nei primi 4 mesi, ma non sappiamo niente. Secondo le direttive dovevano partire ad agosto, ma siamo ad agosto e dei navigator non si parla più, è un mistero. Noi siamo qui, operativi».
Le prospettive sono incerte, ma oggi il reddito esiste, per quanto bloccato: «Il reddito di cittadinanza - commenta l'assessore - è previsto da una legge dello Stato, per cui dovrebbe essere cancellato, nel caso. Intanto non ha ancora iniziato il suo percorso. Se ne parlerà dopo il 25 agosto, forse.
Inoltre il sistema di controlli non è stato ancora stabilizzato, 1.500 assegni sono stati revocati e si è verificato che la metà dei richiedenti non ha mai chiesto o cercato lavoro negli ultimi 5 anni, insomma sta emergendo una fetta che ha lavorato in nero».
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