"Riconquistare il mondo produttivo. Io? Potrei correre per le Europee"

Pietro Tatarella, esponente di Forza Italia: "Il 4 marzo dovevamo dare lo sfratto a Sala"

"Riconquistare il mondo produttivo. Io? Potrei correre per le Europee"

Pietro Tatarella, consigliere comunale di Forza Italia. Alla collega Silvia Sardone che protesta per l'esclusione dalla giunta regionale ha consigliato di mettere un punto e a capo. Non è comprensibile?

«Ci sta la delusione, un po' meno sollevarla così pubblicamente. Ognuno è libero di rappresentare come preferisce il malcontento e credo sia corretto e umano avere ambizioni personali anche in politica. Ma non possiamo pensare che tutto si riduca a questo perché si corre il rischio di dimenticare il vero valore della Politica e il concetto di bene comune».

Diciamola tutta, anche lei si aspettava un collegio sicuro alle Politiche ed è finito in posizione scomoda al proporzionale.

«Alle Comunali 2016 ho preso 5.512 preferenze, terzo dietro a Gelmini e Salvini. Alle Politiche il collegio uninominale di Baggio, il mio quartiere, sembrava cucito per me e il partito mi aveva prospettato una candidatura. Non è arrivata, ero e sono tutt'ora convinto che avrei meritato il posto, ma mi sono detto che vale la pena andare avanti e imparare anche dalle delusioni».

È stato spesso un «rottamatore» dentro Fi. Ha colto segnali di cambiamento dopo il voto?

«Ad oggi tutti, penso lo stesso leader Berlusconi, si sono resi conto che così non possiamo andare avanti, siamo diventati un partito del 14%. E per fare un paragone calcistico, quando la squadra non vince si cambia sempre qualche elemento in campo. Il cambio dei due capigruppo alla Camera e in Senato è da leggere in chiave di discontinuità col passato, si dava per scontato che sarebbero stati ancora gli stessi».

Comazzi, eletto in Regione, lascerà il ruolo di capogruppo in Comune. Potrebbe toccare a lei?

«Ci ragioneremo con serenità con gli altri colleghi. Il vero problema è che alle Politiche, al di là del risultato che non ci ha premiato come partito, abbiamo perso 5 punti rispetto al 2016. Con questa campagna dovevamo dare un segnale di sfratto alla giunta Sala e si è persa un'occasione, bisognava presentare liste più competitive in città. La sfida che spetta ora al gruppo è di ragionare già in ottica della prossima campagna per le Comunali».

Avrete una seconda chance nel 2019 con le Europee. Pensa di candidarsi?

«Non è escluso. Quella sarà l'occasione per recuperare voti anche sulla Lega, dobbiamo prendere più voti se vogliamo puntare ad un candidato sindaco Fi alle prossime Comunali. Mi auguro che il nome non sia pescato dal cilindro ma arrivi dal basso, da chi conosce bene l'amministrazione. Non serve aspettare ogni volta che arrivi il Cristiano Ronaldo di turno, costruiamo per tempo una candidatura autorevole».

Su quali temi dovete recuperare terreno?

«Abbiamo conquistato le periferie ma centro storico e categorie produttive negli ultimi anni si sono spostate a sinistra.

Sulla sicurezza è quasi banale far capire la diversità tra noi e la sinistra, sui temi economici dobbiamo marcare meglio la nostra proposta e soprattutto in vista delle Europee. Lì abbiamo qualche diversità anche rispetto alla Lega».

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