Ricorso e blocco stradale, ambulanti ribelli contro Area B

Un centinaio di operatori coi furgoni in Porta Venezia. Appello al capo dello Stato: "Difenda il nostro lavoro"

Ricorso e blocco stradale, ambulanti ribelli contro Area B

«Sala dimettiti» è il cartello appeso su alcuni dei furgoni che ieri pomeriggio per circa un'ora hanno mandato in tilt il traffico in piazza della Repubblica e lungo i Bastioni di Porta Venezia. Gli operatori dei mercati che fanno riferimento all'Associazione nazionale ambulanti (Ana) sono tornati a manifestare contro Area B, il presidio cominciato intorno alle 15 si è trasformato di lì a poco nell'occupazione del cavalcavia che collega piazza Repubblica e corso Venezia. Una fila di furgoni in doppia fila, un centinaio di ambulanti al centro della strada. Un gruppo di automobilisti è sceso a protestare con i vigili che hanno dovuto bloccare anche l'accesso al ponte (con l'effetto caos in piazza Repubblica). Un assaggio di quanto potrebbe ancora accadere se il Comune rimarrà fermo sulle proprie posizioni. «Gli ambulanti hanno grandi paure e più ci avviciniamo alla data del 25 febbraio, quando si accenderanno le telecamere antismog, meno la categoria sarà in grado di controllarli - avverte il presidente di Ana Lombardia Nicola Zarrella -, potrebbero anche bloccare un'autostrada». Il punto della questione sono le mancate deroghe per gli ambulanti che viaggiano con mezzi Euro 1 e 2, almeno per due anni. Le telecamere di Area B saranno accese dalle 7.30 alle 19.30, l'ingresso nella ztl non sarà un problema visto che l'allestimento dei mercati inizia ben prima. «Sarebbe una concessione minima - sostiene Zarrella - concedere una finestra per l'uscita fino alle 15.30, per il ritorno a casa». Invece «un migliaio di famiglie saranno messe in crisi».

Un muro contro muro che l'associazione tenta di abbattere con un ricorso straordinario al presidente della Repubblica depositato a fine dicembre da 87 ambulanti (molti stranieri) per chiedere l'annullamento di Area B. «Per giustificare la rivoluzione copernicana in materia di viabilità - è scritto - la giunta ha ricordato i problemi di smog a Milano e gli effetti sulla salute. Ma quale risultato rilevante si registrerebbe nel avere solamente posticipato l'orario di uscita dalle 15 alle 19.30 degli stessi mezzi?». Il ricorso fa riferimento in più passaggi al diritto al lavoro garantito dall'articolo 4 della Costituzione, al «diritto ad un'equa retribuzione», all'obiettivo di assicurare «una esistenza libera e dignitosa al lavoratore e alla sua famiglia». Il risultato a cui si giungerà invece «sarà di penalizzare definitivamente la categoria fino a provocare la drastica chiusura di attività e creare un migliaio di nuovi disoccupati». Sotto accusa pure il sistema di incentivi per sostituire i mezzi, «poche migliaia di euro possono andar bene per i negozi fissi non per cambiare mezzi da 25-30mila euro».

Una delegazione con il consigliere della Lega Massimiliano Bastoni - che ha depositato in consiglio una mozione che chiede a Milano di uniformare le deroghe alla legge regionale - ha sfilato fino in prefettura dove era fissato un incontro col Capo di Gabinetto. «É stato molto positivo - commenta Zarrella -, il prefetto favorirà un incontro col sindaco, anche per evitare rischi di ordine pubblico dopo il 25». Annullato quindi il corteo coi furgoni lungo la circonvallazione.

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