Attaccandosi al telefono, i residenti del Corvetto hanno ottenuto un intervento della polizia locale. La musica a tutto volume sotto le finestre e i bivacchi fino a notte fonda erano diventate un incubo per chi volesse riposare, alla vigilia di Ferragosto. Il problema dell'alcol nei parchi e sulle panchine non è una novità nelle strade di Milano. Ma oggi sono spuntati come funghi quei minimarket che diventano motori e calamite del degrado. Fra corso Lodi-angolo via Massarani e piazzale Gabrio Rosa, compresi il Corvetto e viale Martini, nel raggio di un chilometro e mezzo sono una decina, in mano prevalentemente a cingalesi. E non rispettano il divieto di vendere alcolici ai minori, secondo il presidente della commissione Sicurezza del municipio 4, Francesco Rocca, che ora sta lavorando a una proposta rivolta al Comune: «Chiudere i minimarket alle 22 in questa zona». Rocca riceveva continue segnalazioni e ha verificato tutto di persona: «Continui bivacchi sia di giorno che di notte, di sudamericani che consumano un elevato quantitativo di birre lungo la pista ciclabile di corso Lodi, in particolare nel tratto da viale Brenta a via Oglio. Sudamericani o nordafricani - spiega ancora - che si organizzano con sedie, tavoli e casse per musica. Le birre, fresche e a basso costo, vengono acquistate nei diversi minimarket presenti lungo il corso, che vendono alcolici anche a minorenni. Senza contare le bottiglie di vetro, spaccate e che Amsa deve pulire. E in Gabrio Rosa le risse sono legate anche allo spaccio». Il presidente intende convocare la prima commissione per esaminare questa nuova emergenza del quartiere, istruendo la richiesta da rivolgere al Comune. Le norme a disposizione ci sono, come il recente decreto che porta il nome di Minniti, su cui si fondano i provvedimenti che altri sindaci, anche lombardi, stanno già emettendo. L'esponente di Fratelli d'Italia ricorda inoltre che un certo successo, su questo fronte, lo avevano ottenuto le ordinanze del 2009, volute dal vicesindaco Riccardo De Corato e dall'assessore alle Attività produttive Giovanni Terzi, che prevedevano multe per contrastare il degrado causato dall'abuso di alcolici. «Noi - dice oggi De Corato, che di Fdi è capogruppo in Regione - allora avevamo emesso quell'ordinanza prevista da diverse norme, e allora non c'erano i negozi cingalesi. Molti sudamericani già bevevano birra in quantità notevole e nell'estate 2009 avevamo avuto anche una decina di vigili spediti all'ospedale, era un delirio nelle sere nei fine settimane. Anche in corso Lodi, dove le panchine diventano luoghi privilegiati di bivacco per quelli che si ubriacano. Noi allora, con il comandante dei vigili disponemmo pattuglioni notturni e serali per controllare il rispetto di quella ordinanza. Oggi si sono aggiunti altri stranieri, arrivati in numero industriale, e mi chiedo perché il Comune di Milano non applichi il Daspo previsto fra l'altro da un decreto di un ministro del Pd. Risse, accoltellamenti, disturbo alla quiete pubblica, noi non avevamo Daspo ma davamo multe da 500 euro.
C'era spesso la resistenza a pubblico ufficiale, la violazione dell'ordinanza e tutta una serie di conseguenze comunque, previste dalle ordinanze che Beppe Sala, come direttore del Comune aveva firmato per la parte relativa al personale. Oggi la maggioranza è diversa, e Sala sembra che non voglia fare altrettanto. Intanto questi minimarket aggiungono problema a problema».
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