Risse: così i detenuti si ubriacano in cella

Il Sappe: "Controlli più difficili con la vigilanza dinamica"

Risse: così i detenuti si ubriacano in cella

Pare che non sia raro che i detenuti si ubriachino in cella, in alcuni penitenziari. È uno dei tanti problemi che emergono, spiegano i sindacati di polizia penitenziaria, con la sorveglianza che si è allentata. E che due giorni fa a Bollate ha portato alla rissa tra quattro detenuti romeni e al ferimento di altrettanti agenti.

Capita che all'interno del carcere arrivino di nascosto sostanze stupefacenti. Ma in questo caso si è trattato di alcol fai-da-te. I romeni, come succede abbastanza spesso, hanno fatto macerare la frutta in cella e hanno ricavato la grappa. La quale li ha mandati su di giri e li ha portati a picchiarsi. Naturalmente l'assunzione di alcolici è contro ogni regola, ma i detenuti sono riusciti a distillare la bevanda sottobanco. Gli agenti sono intervenuti per sedare la rissa e a quel punto i detenuti si sono scagliati contro di loro. Dopo i disordini due dei carcerati sono finiti in isolamento e altri due sono tornati alla loro sezione. I più violenti sono in attesa di trasferimento. I quattro agenti feriti sono stati portati all'ospedale Sacco e sono rimasti in osservazione per alcune ore. Hanno riportato contusioni e lesioni, uno è stato colpito da un pugno al setto nasale. Hanno avuto prognosi fra i tre e i dieci giorni. Il fatto, avvenuto sabato alle 14.45 nella Sezione del settimo reparto, è stato denunciato da Matteo Savino, delegato nazionale per la Lombardia del Sappe-Sindacato autonomo di polizia penitenziaria. «Questi episodi - spiega Savino - si verificano con maggiore frequenza anche perché con la vigilanza dinamica i controlli e la presenza stabile degli agenti nelle sezioni sono diminuiti. È diventato più difficile gestire rivolte e disordini». Aggiunge il segretario generale Donato Capece: «La situazione si è notevolmente aggravata rispetto agli anni precedenti. I numeri riferiti agli eventi critici avvenuti tra le sbarre nel primo semestre del 2019 sono inquietanti: 5.205 atti di autolesionismo, 683 tentati suicidi, 4.389 colluttazioni, 569 ferimenti, 2 tentati omicidi. I decessi per cause naturali sono stati 49 e i suicidi 22. Le evasioni sono state 5 da istituto, 23 da permessi premio, 6 da lavoro all'esterno, 10 da semilibertà, 18 da licenze concesse a internati.

E la cosa grave è che questi numeri si sono concretizzati proprio quando sempre più carceri hanno introdotto la vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, ossia con i detenuti più ore al giorno liberi di girare per le Sezioni detentive con controlli sporadici e occasionali della polizia penitenziaria».

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