Gli anni 70 imperversano come tendenza anche nei locali notturni della Milano à la page, ma bisogna scindere fra look e one night, cioè serate dedicate a questo magico periodo; per quanto riguarda il primo, i ritrovi trendy, ristrutturati, già esistenti o nuovi, sono AlLess, dove si chiacchiera davanti a un buon bicchiere di vino e i vegetariani devono astenersi dallentrare, tra tavoli di marmo su vecchi pedali di macchine da cucire, lungo tavolone che fa da buffet, bollito superstar, vecchie sedie da barbiere. Colonial Cafè di corso Magenta, invece, fa rivivere lo spirito di un caffè vintage di Antigua, con arredi ricercati e ambiente accogliente, due piani, adatto a ogni momento della giornata, dalla colazione, allaperitivo con musica live e, in uno spazio in puro stile coloniale, i migliori cru del mondo, gustando gli speciali caffè con panna e dolci. Beda House di via Murat, eccentrica costruzione con interni stile pub inglese, propone ottima birra, whisky, rhum, tequila e cocktail e si è arricchito, ultimamente, anche di una sala gotica, dedicata allatmosfera e alla musica lounge e ai peccati di gola. Columbus di Peschiera Borromeo è un salotto vecchia America, dove si gustano ottima carne argentina, risotti e martini cocktail; il Mono di via Lecco - che sarà sulla Guida 2008, in libreria da novembre - 70 puro, propone tappezzeria marrone déjà vu, oggetti tipici ed è un bar e un punto di incontro con carrello porta tv, mangiadischi, aperitivo con verdicchio, pavimenti con piastrelle, pubblico attento alle mode e creativi. Per le serate, invece, il revival musicale viene proposto da Gasoline, Goganga, Freak Bar, Rocket e Black Hole con serate di rock, pop, musica 70/80.
Milano sembra legata da un ideale ponte di collegamento internazionale con la Grande Mela; lo sa bene Roberto Piccinelli, autore de La Guida al Piacere e al Divertimento 2007, arrivata alla X edizione: «Vintage/Notte Bianca, una scelta perfetta - sottolinea Piccinelli - perché il 2007 è il trentennale di tre eventi che andavano festeggiati a dovere. Era il 26 aprile 1977 quando, a New York, apriva lo Studio 54, una discoteca destinata ad entrare nel mito, perché, per prima, si propose come sintesi perfetta tra aspirazioni di coloro che sapevano di essere al centro del mondo e coloro che quel mondo lo sognavano, al punto di essere fermamente intenzionati a sentirsi re almeno per una notte. Del resto, solo un re avrebbe in quel periodo potuto godere della compagnia di Andy Warhol, Bjorn Borg, Liza Minnelli, Paloma Picasso e Rudolf Nurejev. Sempre nel 1977, poi, esce nelle sale cinematografiche americane, e in Italia lanno dopo, Saturday Night Fever, film-icona del ballo di massa, in gran parte girato in quel 2001 Odyssey di Brooklyn, dove il 28 febbraio 1977 - ecco il terzo evento dellanno! - avevano debuttato i Village People».
«Tornano gli anni 70, con la disco music, i codici, i colori e i linguaggi - aggiunge il sociologo Saro Trovato, Presidente di Meta Comunicazione - ma non si tratta di un semplice revival, né di una tendenza per nostalgici, ma la risposta a un bisogno ben preciso, quello di lasciarsi andare, riscoprire sonorità e momenti di evasione. È proprio laspetto liberatorio a diventare centrale, un ritorno che si esprime con il ballo, un trend che già si vede nelle sonorità musicali».
«Per il sound, via libera agli anni 70, piper style, Patty Pravo, disco music, hearth wind&fire, donna summer, cool and the gang, nascita delle radio private», conclude Dr feelx, dj, artista poliedrico e pioniere del sound di qualità a livello internazionale: «Dopo lelettronica si torna alla live, disco e funky e speriamo nel ritorno delle grandi feste e del successo delle discoteche».
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