Sala adesso fa uno spot alla "brigata" antagonista. Loro: "Permesso ai clandestini"

Il sindaco fa il tampone del "Soccorso rosso", l'associazione chiede "permesso di soggiorno e sanatoria per tutte e tutti"

Sala adesso fa uno spot alla "brigata" antagonista. Loro: "Permesso ai clandestini"

Soddisfatto e a favore di camera, il sindaco di Milano Beppe Sala ha eseguito nella giornata di oggi un tampone naso-faringeo presso la Brigata sanitaria "Soccorso Rosso", come annunciato dalla stessa associazione sulla propria pagina Facebook.

La Brigata ha approfittato dell'occasione per presentare all'opinione pubblica uno dei temi che più stanno a cuore ai suoi componenti, vale a dire la regolarizzazione dei clandestini-. Dopotutto, a fare il tampone, è stato"Orlando, infermiere salvadoregno al quale non viene riconosciuto il titolo di studio in Italia", uno straniero con "il permesso di soggiorno scaduto" che attande ancora il rinnovo del documento. "Orlando ha effettuato il tampone al primo cittadino di Milano Beppe Sala per uscire dall'invisibilità e per ricordargli che, insieme alle migliaia di immigrati giunti nella nostra città, rappresenta una risorsa preziosa", si legge nel post della Brigata sanitaria "Soccorso Rosso", che poi raccomanda al sindaco di appoggiare le proprie posizioni: "Che dai buoni propositi si passi ai fatti, caro Sindaco. Permesso di soggiorno e sanatoria per tutte e tutti".

Le parole di Sala

Dal canto suo Sala si è detto soddisfatto delle iniziative dell'associazione, che si occupa di effettuare gratuitamente i test antigenici agli indigenti ("migranti, riders, abitanti delle case popolari e pensionati sociali", come specifica la stessa Brigata) per contrastare l'epidemia Coronavirus. "È sempre bene vedere con i propri occhi e non solo leggere ciò che media e social affermano. Oggi ho verificato il lavoro della Brigata Sanitaria. Un gruppo di operatori sanitari volontari che da qualche mese fa tamponi a chi non se lo può permettere in modo gratuito", spiega su Facebook il primo cittadino di Milano. "Chi vuole dona qualcosa e può lasciare un “tampone sospeso”. Stamattina erano all’opera davanti al Carcere Minorile Beccaria. (Per i curiosi: sono negativo al test)", conclude ironicamente il sindaco.

L'affondo di Sardone

Meno fronzoli, invece, nel commento dell'europarlamentare e consigliere comunale della Lega Silvia Sardone. "Oggi il sindaco Sala si mostra sui social mentre riceve un tampone dalla Brigata Sanitaria Soccorso Rosso, un nome che evoca un passato buio e violento e che purtroppo non solo sopravvive a Milano ma addirittura è sponsorizzato dal primo cittadino. Tutto ciò è gravissimo", affonda il consigliere in una nota ufficiale, spiegando cosa si cela dietro la facciata dell'associazione. "Questa sedicente brigata ha come sede la Camera del non Lavoro, uno spazio occupato abusivamente in via Volta dove viene fornito supporto agli abusivi e agli irregolari: com’è possibile che il sindaco presti il fianco a questi personaggi che fanno dell’illegalità il loro marchio di fabbrica? Siamo esterrefatti".

La Sardone si occupa poi di commentare le parole con cui i membri della Brigata hanno chiesto al primo cittadino di perorare la propria causa. "Gli antagonisti hanno fatto sapere espressamente a Sala che si aspettano fatti concreti: vogliono sanatoria e permesso di soggiorno per tutti perché a detta loro le migliaia di immigrati accolti nella nostra città rappresentano una risorsa preziosa. Questi radical chic che si divertono a giocare a fare la rivoluzione", attacca ancora l'europarlamentare, "forse si dimenticano i gravi danni prodotti dall’immigrazione di massa voluta da Pd e compagni a Milano: i palazzi occupati, lo spaccio in Centrale e a Rogoredo, i parchetti requisiti, le moschee abusive, le aggressioni alle forze dell’ordine, gli stupri, le rapine, gli accoltellamenti".

L'aspetto più grave, ricorda Sardone, è che sia proprio il sindaco, "chiamato dai cittadini a garantire ordine pubblico

e rispetto delle leggi", a dialogare con "persone che sistematicamente compiono reati (come le occupazioni abusive) senza minimamente preoccuparsi di ciò, anzi elogiando il “lavoro” di questi abusivi".

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