Il 21 dicembre Beppe Sala ha compiuto il giro di boa e, stando al sondaggio Ipsos pubblicato ieri dal Corriere, fin qui ha risposto alle aspettative. I giudizi positivi nell'ultimo anno sono cresciuti; passando fal 58% del 2018 al 63% (le mille interviste sono state realizzate tra il 17 e il 21 gennaio). Buona anche la valutazione generale sulla giunta, che è passata dal 62% al 66% con un aumento più lieve, del 4%. Va detto che l'operato dell'amministrazione si rispecchia quasi esclusivamente nella figura del sindaco, che non fa nulla per non ritagliarsi l'immagina da one man show. Diversi assessori lavorano defilati e infatti il 38% non li sa giudicare, il 19% non ne conosce nessuno, per il 12% nessuno ha lavorato bene e i preferiti della giunta Sala alla fine vengono votati solo dal 31% degli intervistati. In cima alla classifica c'è l'assessore all'Urbanistica Pierfrancesco Maran, ex renziano di ferro. Ci sarà rimasto male forse l'altro Pierfrancesco, Majorino, decisamente più attivo del collega sui social, in tv, nelle marce pro immigrati e negli attacchi a Matteo Salvini. Si deve accontentare invece del secondo posto e cogliere il segnale che oltre al sondaggio Ipsos gli manda un'altra indagine, condotta dall'Università Statale e presentata due giorni fa a Palazzo Marino. Dice che solo il 41 per cento dei residenti considera l'integrazione degli immigrati un modello riuscito in città, e senza il contributo del centro la media sarebbe decisamente più bassa. La sofferenza e gli allarmi sul fronte sicurezza sono più forti in periferia.
Buona la prima, ma la seconda metà del mandato riserva grane e e il vento potrebbe cambiare, si vedrà al prossimo test. Il 25 febbraio scattano le telecamere antismog di Area B e una volta esaurito il «bonus multe», i 50 ingressi senza pericolo di sanzione, il sentiment della città potrebbe cambiare parecchio. La seconda prova del fuoco è la stangata Atm da aprile, a un mese dalle elezioni Europee e in Comuni importanti della Lombardia (vedi Bergamo o Pavia). Non sarà uno spot esaltante per il Pd che cerca di risalire la china, anche se Sala si sta spendendo in prima persona (ieri era alla kermesse con Carlo Calenda e Maurizio Martina al Pirellone) e ha prenotato un posto nella lista per l'Ue per un suo assessore come portavoce del «modello Milano». Terzo: dopo la sconfitta Ema l'ex manager di Expo deve accendere ceri per portare a casa le Olimpiadi invernali del 2026, o rischia di passare come il sindaco degli annunci più che dei fatti. «Non mi sento bene quando Ipsos dice che il mio consenso è alto, perché c'è anche quello della Lega - ha commentato ieri Sala -. Io non so dove sarò nel 2023, ma sono certo che qualsiasi cosa farò, se ci sono ancora questi, farò tutto quello che mi sarà possibile per riportare la Regione a una sinistra progressista». Quando vedo Salvini che si mette sul murettino e dice ci riprenderemo Milano mi sento un pò come gli attaccanti che vanno in trasferta, vengono fischiati e poi hanno ancora più voglia di segnare».
Qualche affondo è arrivato ieri dall'ex pm di Mani Pulite Gherardo Colombo che firma come presidente la relazione del «Comitato per la trasparenza e l'efficienza amministrativa».
Contesta «la mancata redazione di uno Statuto della Galleria per sgombrare il campo da
equivoci sui bandi», il «sostanziale immobilismo sul progetto di archivio unico informatico» e ha sottolineato che i dg di Sogemi «ricopre la stessa carica da 13 anni e da 8 anche quella di direttore dei mercati ad interim».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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