Sala tira il freno a mano dopo l'appello alla rivolta

In Comune tutto fermo in attesa di nuove circolari, Majorino cavalca la «sua» contro manifestazione

Sala tira il freno a mano dopo l'appello alla rivolta

A Palazzo Marino la situazione è congelata, almeno fino alla prossima settimana. Il sindaco Giuseppe Sala, ancora sulle piste da sci di Cortina per cercare di portare a casa le Olimpiadi del 2026, la sua l'ha detta. Così come l'assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino che qualcuno ha già battezzato «il Mimmo Lucano di Milano». A dividere - se pur in maniera sottile e molto ambivalente - il sindaco e il suo assessore, c'è il Decreto sicurezza, nella parte che riguarda l'immigrazione.

Che Majorino ami le posizioni radicali ed estremiste è cosa nota. E che spesso sia preda dell'impulsività anche, così anche questa volta è stato il primo a parlare dal Comune, lanciandosi in una fuga in avanti. Poche ore dopo l'appello alla disobbedienza lanciato dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando contro il Decreto nella parte che riguarda l'iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo («Ho sospeso l'applicazione di norme di esclusiva competenza comunale che potevano pregiudicare i diritti umani dei migranti» ha spiegato Orlando), Majorino ha seguito a ruota pubblicando un post dall'eloquente titolo «Opporsi alla legge Salvini», prima che il suo sindaco avesse preso posizione. «Le forme di disobbedienza dovranno essere molte. Una strada è quella indicata da Orlando (che ha dato ordine agli uffici dell'anagrafe di sospendere l'attuazione del decreto, in attesa di un'eventuale pronunciamento della Corte Costituzionale, ndr). Un'altra sarà quella di garantire comunque sostegno a chi finirà per strada. Altre ancora fondate sulla mobilitazione e la testimonianza (anche in attesa dell'esito dei ricorsi)».

Dopo qualche ora interviene anche Sala, sempre su Facebook, con toni molto più istituzionali e propositivi «Ministro Salvini, ci ascolti e riveda il decreto sicurezza, così non va! Da settimane noi sindaci avevamo richiesto di ascoltar la nostra opinione su alcuni punti critici, per esempio ampliando i casi speciali e garantendo la stessa tutela della protezione internazionale ai nuclei familiari vulnerabili, anche attraverso lo Sprar, oggi escluso dal decreto sicurezza per i richiedenti asilo».

Cosa accade ora? Se dalle stanze del Palazzo assicurano che il sindaco e l'assessore «ribelle» abbiano concordato la linea - radical quella di Majorino, istituzionale quella del sindaco - al momento è tutto fermo. Sala non ha dato disposizioni agli uffici di via Larga né in un senso (per l'attuazione del Decreto, quindi per la cancellazione della residenza ai richiedenti asilo) né nell'altro, per togliersi dall'impasse Majorino dichiara di attendere le circolari attuative che dovrebbero chiarire alcuni punti oscuri della legge.

Quello che è certo è che il titolare al Welfare ha già lanciato la sua personale chiamata alle armi, il suo appello alla disobbedienza: la manifestazione del 2 marzo che dopo «20maggiosenzamuri» e il pic nic multietnico, si chiamerà «People».

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