La Lega decide di forzare i tempi in commissione («per rispettare quelli decisi con il presidente Maroni») e al momento di votare parte del documento di riforma della sanità Forza Italia e Fratelli d'Italia si astengono. Con Pd, Lista Ambrosoli e 5Stelle che escono dall'aula per protesta sia sul metodo che sul merito. Un'altra spaccatura in Regione per il centrodestra e la dimostrazione che in circolo ci sono ancora le tossine per la decisione di Maroni di accorpare Salute e Famiglia, creando un'unico super assessorato al Welfare che toglierebbe a Fi un posto di grande prestigio. E soprattutto l'80 per cento del budget regionale.
Ora l'ostacolo è l'allegato con il piano di riordino che ridisegna la mappa delle Aziende di tutela della salute (che sostituiranno le Asl) e della Aziende sociosanitarie territoriali al posto delle attuali aziende sanitarie. In più c'è la decisione di dividere in due parti il progetto di legge: una prima è quella già approvata e che arriverà in consiglio regionale il 14 luglio per il voto sulla governance del sistema, mentre la seconda con gli articoli più tecnici come il rapporto con le università, potrebbe dover tornare in commissione dopo l'estate. «Sono molto soddisfatto - ha cercato di cacciare i corvi Maroni - C'é l'intesa della maggioranza tranne l'astensione di Fi sull'allegato che riguarda l'organizzazione territoriale su cui ci sono opinioni diverse, ma rispetto al resto è una cosa minima». Aggiungendo che «contrariamente a quanto letto sui giornali è una riforma che riduce i costi: con la stazione unica appaltante Arca risparmieremo 400 milioni che saranno reinvestiti nel sistema socio sanitario».
A non soddisfare gli azzurri è il superamento delle quindici Asl, sostituite da otto Ats che presiederanno alle nuove macroaree. «Ancora troppe poltrone - la protesta di Fi - non è la nostra linea: da quindici a otto non cambia molto, meglio un'unica. Più l'Ats è ampia, più si può programmare». Per il presidente leghista della commissione e relatore della legge Fabio Rizzi «non si tratta di un documento blindato, ma della decisione di forzare i tempi così da consentire alla commissione Bilancio nelle sedute del primo e dell'8 luglio di approvare la riforma per la copertura finanziaria». Il capogruppo di Fi Claudio Pedrazzini si dice «d'accordo sulla riforma» e «disponibile anche a una mediazione, ma non troppo al ribasso: se le Ats si riducono a qualche unità può anche andare bene». Precisando che «non è un capriccio di Fi, la nostra richiesta nasce dall'esigenza di ridurre in termini tangibili i costi della struttura amministrativa». Per De Corato, invece, l'astensione di Fdi è dovuta al progetto di «mettere insieme l'ospedale San Carlo con il San Paolo, mettendoli a serio rischio governabilità». La sua proposta è creare una Asst Milano Sud-ovest che comprenda San Carlo, ospedale di Abbiategrasso e poliambulatori ex Icp area Milano sud-ovest. I consiglieri Giulio Gallera e Fabio Altitonante si dicono soddisfatti perché grazie a Fi sono introdotte la figura dell'infermiere di famiglia e le medicine complementari. Sottolineando come nella riforma siano stati riconosciuti il Niguarda e le Irccs Policlinico, Istituto Tumori e Neurologico Besta come polo specialistico per le neuroscienze. «Dobbiamo valorizzare la specificità dei nostri ospedali perché diventino eccellenze di livello europeo.
Per questo stiamo lavorando per creare una realtà specialistica ortopedica costituita dal Gaetano Pini rafforzato con il Cto. In più vogliamo dotare Milano di un polo specialistico pediatrico e dell'età evolutiva, il Fatebenefratelli integrato con il Buzzi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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