"Sanità meno cara per un milione e mezzo di pazienti lombardi"

L'assessore al Welfare: "Il governo ha ceduto". E la riforma: "Medici e cronici, cambia tutto"

"Sanità meno cara per un milione e mezzo di pazienti lombardi"

Giulio Gallera, assessore al Welfare, la Regione Lombardia ci riprova e riduce il super ticket sulla sanità?

«La misura è il dimezzamento del ticket, che l'hanno scorso fu adottato per un mese e poi impugnata dal governo per quella legge che chiedeva l'invarianza del gettito, una legge fatta per e regioni furbe. Noi invece avevamo dimezzato il ticket risparmiando grazie a efficienze e gare migliori».

Ora cosa è cambiato?

«Il governo ha fatto un passo indietro, prevedendo 60 milioni per ridurre i super ticket. È tornato sui suoi passi e anche noi andiamo avanti: il governo stanzia 60 milioni in un anno in tutta Italia, noi 60 per tre anni. E se ora si va da 0 a 30 euro, si passerà da 0 a 15».

Pazienti coinvolti? L'anno scorso in un mese furono 230mila le prestazioni che beneficiarono del taglio.

«Sono numeri importanti. Il provvedimento coinvolgerà oltre 1,5 milioni di cittadini, quelli che ricorrono a visite ed esami specialistici e non sono coperti da esenzione. Il 62% dei lombardi e il 70% delle prestazioni sono già esenti. Oltre agli esenti per patologia sono già esenti gli over 65 con un reddito tra i 36.151 e i 38.500 euro, disoccupati e familiari a carico con un reddito fino a 27 mila euro e famiglie con reddito fino a 18 mila».

Arrivano nuovi tagli dal governo sulla sanità?

«Il fondo in pratica non sale, non dà risorse nuove per far fronte a nuovi adempimenti richiesti, le nuove vaccinazioni, per esempio. Da 113 miliardi si passa a 114 in tutto ma è già completamente eroso dal rinnovo del contratto dei medici. E la farmaceutica continua a crescere e peserà parecchio».

Come farà la Regione Lombardia a quadrare il tutto?

«Quei 114 miliardi sono il 6,3% del pil, che cresce. La media europea è l'8,5%, quella tedesca il 9. L'Oms dice che un Paese che investe meno del 6,5% non garantisce un sistema sanitario soddisfacente. Facciamo salti mortali, con la nostra efficienza, con gare in cui recuperiamo risorse, per esempio su presìdi per diabetici o protesi. E la riforma renderà più appropriata la presa in carico dei pazienti cronici».

La riforma della sanità è pronta a entrare in vigore?

«Prontissima. Da metà gennaio nella case di 3 milioni di cronici arriverà una lettera che indica i soggetti candidati a prenderli in carico: medici o strutture socio-sanitarie: 294 in tutta la Regione. Hanno aderito 2.575 medici, il 40%, il cittadino sceglierà liberamente e il soggetto gli fornirà un piano assistenziale individuale, dicendogli di cosa ha bisogno, poi si occuperà di organizzare, prenotare e gestire l'agenda del paziente».

L'adesione la soddisfa?

«Ci soddisfa, certo, noi chiediamo un cambio culturale, oggi i medici attuano una medicina d'attesa, il paziente va e il medico prescrive cosa fare, noi introduciamo la medicina d'iniziativa: il medico tiene il contatto col paziente, con mezzi tecnologici innovativi e una verifica costante. Ci sarà l'azzeramento di liste d'attesa e adempimenti burocratici. Un accompagnamento vero, con personale assunto con un finanziamento regionale di 120 milioni. La sperimentazione è stata molto positiva»

Qual è il modello?

«Siamo la prima regione in Italia e in Europa a mettere in campo una simile presa in carico, Israele è uno dei modelli più avanzati. Il governo guarda alla riforma, altri Paesi e università la studiano. I cronici oggi sono il 30% e usano il 70% delle risorse. C'è una sproporzione: i luminari devono fare altro, salvare le vite. Noi abbiamo una Ferrari e oggi la usiamo per fare la spesa».

Il bilancio sui vaccini?

«Il numero delle vaccinazioni è stato ampliato, con meningococco, rotavirus, hpv per maschi. Ora chiamiamo e vacciniamo, senza nuovo personale, ma si fanno gli appuntamenti, il bilancio è positivo».

I progetti a cui lavorate?

«Nel 2017 abbiamo investito 326 milioni di risorse nostre, mai successo, per rinnovo del parco tecnologico, manutenzione degli ospedali, nuovi reparti, informatizzazione; quindi in strutture per gli acuti, per avere ospedali più efficienti e innovativi. Abbiamo 4 grandi progetti: entro gennaio firmeremo la cessione delle aree per la Città della salute, poi due nuovi ospedali (Milano San Paolo-San Carlo e Busto-Gallarate) e il Policlinico che si sta ristrutturando, un progetto molto bello e cantieri aperti entro l'anno prossimo».

Porterà avanti lei tutto questo lavoro?

«Io ho deciso di ricandidarmi per la Regione.

Sento il dovere morale, soprattutto ora che chiediamo questo cambiamento culturale, di mettermi a disposizione per continuare questa azione. Se servirà sono qua per continuare questo lavoro che ho iniziato e che mi appassiona molto».

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