Dalla Scala appello a Renzi «Bello se venisse alla Prima»

A pochi giorni dalla tradizionale prima, la Scala si presenta in una veste nuova. Che punta tutto sulla sicurezza dopo gli attentati di Parigi e gli allarmi sul teatro come possibile bersaglio dei terroristi islamici. Così proprio il 7 dicembre all'ingresso ci saranno le forze dell'ordine dotate di metal detector. Lo ha annunciato il sovrintendente Alexander Pereira, assicurando che la misura non si esaurisce nel giorno di Sant'Ambrogio. «Anche noi in futuro avremo i nostri metaldetector assicura -. Investiamo di più in sicurezza». E mentre continua a tenere banco l'assenza di gran parte delle istituzioni nazionali all'inaugurazione della stagione con la Giovanna D'Arco dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella al presidente della Camera Laura Boldrini sono davvero tanti i forfait proprio da Pereira è arrivato un invito diretto al premier Matteo Renzi. «Sarebbe molto bello se il presidente del Consiglio venisse alla prima». Un desiderio che però non ha ancora trovato risposta, visto che ancora non si sa se nell'agenda di Renzi sia stato inserito l'evento. Mentre non si sono fatte attendere le reazioni dell'opposizione in Comune. «Persino il sovrintendente chiede la presenza di Renzi alla prima, mentre il sindaco tace tuona il vicepresidente del Consiglio comunale Riccardo de Corato (Fdi) -. Pisapia ha aperto bocca solo per giustificare l'assenza del presidente della Repubblica». Assenza che però non ha sorpreso i vertici del Piermarini: « Si sapeva da mesi che Mattarella non sarebbe venuto e che il giorno dopo avrebbe partecipato all'apertura del Giubileo», commenta Pereira.Intanto sono in crescita i numeri del teatro. Nel 2015 la Scala ha superato 500mila spettatori, registrando anche un aumento del 25% degli incassi, che sono arrivati a 38 milioni 500mila euro, circa otto in più rispetto al 2014. Non è andata benissimo solo nel semestre di Expo, almeno rispetto alle attese: si erano ipotizzati incassi per 39 milioni 794mila euro, cifra che non è stata raggiunta in pieno a causa del deludente andamento delle vendite nella seconda parte dell'Esposizione. Nonostante questo, per il teatro si tratta di «uno sviluppo senza precedenti e di un risultato innegabile della programmazione straordinaria per Expo, anche se un contributo alla crescita del pubblico è venuto dal travolgente successo del nuovo ciclo di opere per bambini». Un successo che dimostra il sempre maggiore interesse del pubblico. Esclusi i mesi estivi, è infatti aumentato il numero delle rappresentazioni si è passati da 73 a 82 per quanto riguarda le recite d'opera -, mantenendo inalterate le percentuali di riempimento. Allo scorso 20 luglio, cioè nel momento in cui negli altri anni arrivava la chiusura estiva, gli incassi erano già superiori di oltre 500mila euro rispetto alle previsioni. Se si considerano i soli sei mesi di apertura di Expo, l'incasso complessivo è stato di 19 milioni 821mila euro lordi, a fronte di una previsione di poco più di 20 milioni. Anche in questo caso un risultato inferiore alle attese ma comunque importante, tanto più che la situazione della biglietteria dal 1 maggio al 20 luglio ha mostrato percentuali di riempimento in linea con i dati degli anni precedenti, reggendo l'aumento del numero di rappresentazioni. Insomma, una piccola delusione è arrivata solo nei mesi estivi, quando normalmente il teatro è chiuso, e tornerà a esserlo in assenza di Expo.

Questo vuol dire che quando i milanesi sono andati in vacanza, i turisti arrivati per l'Esposizione non li hanno sostituiti. Come dimostra il dato di vendita registrato dalla biglietteria aperta dal teatro al Padiglione Italia di Expo, con 1.319 biglietti staccati in totale, per un controvalore di 83.300 euro.

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