Piera Anna Franini
Si torna sulle punte al Teatro alla Scala con Onegin, in scena da oggi fino al 18 ottobre. Nel ruolo del titolo: Roberto Bolle. Questo, dopo la fortunata tournée californiana di luglio. Un successo per la compagnia ma anzitutto personale per Bolle, perché su di lui s'è concentrata la stampa americana. Che ha sottolineato - ahimè - come sia la nostra unica stella di respiro internazionale. Forma smagliante quella di Bolle, 42 anni portati come meglio non si può. Però il problema del passaggio di consegne di un nome italiano di pari o simil impatto mediatico si pone con una certa urgenza.
A Milano vedremo la produzione firmata nel 1965 da John Cranko, spettacolo proposto l'ultima volta alla Scala 5 anni fa segnando il debutto di ruolo di Bolle. Onegin, è la traduzione in danza dell'omonimo romanzo di Puskin su musiche di Cajkovski e che Cranko concepì nel suo quartier generale di Stoccarda. Laddove Bolle andò nel 2010 per forgiare il ruolo sotto la guida degli assistenti di Cranio (scomparso nel 1973). Questa volta come Tat'jana avrà al suo fianco Marianela Nuñez, colei che è stata Giselle con la compagnia scaligera nella tournée in California e che alla Scala sarà presente alla serata inaugurale quindi il 26, 28 settembre e 12 e 18 ottobre.
Il 29 settembre saranno Gabriele Corrado e Emanuela Montanari a interpretare Onegin e Tat'jana, mentre il 6 ottobre sarà l'occasione per assistere al debutto di Nicoletta Manni e Marco Agostino, per la prima volta in questi ruoli.
Bolle è un'eccellenza italiana, étoile scaligera dal 2004, Principal dell'American Ballet, ha danzato per regine (Elisabetta d'Inghilterra per il Golden Jubilee), papi (Papa Giovanni Paolo II, per la Giornata della Gioventù), occasioni speciali. Fama, bellezza vedi le decantate proporzioni da dio greco e una gentilezza genuina hanno contribuito a farne un personaggio. Un marchio che riempie teatri e arene, e che a chiudere i battenti per raggiunta età non ci pensa proprio.
Così sabato torna nei panni dell'altero Onegin, giovane uomo sprezzante dell'amore di Tatjana, coinvolto in un omicidio, piombato in un vuoto esistenziale fino al tentativo, però fallito, di recuperare l'amore per la donna. Il personaggio richiede tecnica e maturità espressiva, affinate capacità d'attore e una personalità ben definita. Al suo debutto come Onegin, Bolle parlò di un ruolo contorto e con sfumature negative,tra i più intensi e drammaticamente interessanti per la parte maschile. All'epoca aveva 35 anni, e quel ruolo arrivava al momento giusto, con la giusta maturità.
Le musiche del balletto non hanno nulla a che fare con l'opera Onegin di Cajkovskij.
Di Cajkosvkij si ascolteranno pagine tratte dall'album per pianoforte Le Stagioni, dalla fantasia sinfonica Francesca da Rimini o dall'opera Gli stivaletti. Tutti brani rielaborati per Cranko dal compositore Kurt-Heinz Stolze- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.