L'insolita alleanza tra le due signore-bene della giunta Pisapia e il ruspante popolo del rugby prende definitivamente forma ieri pomeriggio, quando dagli uffici di Palazzo Marino trapela la notizia: Anna Chiara Bisconti e Ada De Cesaris, assessore allo sport e all'urbanistica, sono pronte ad impugnare la delibera del ministero dei Beni culturali che, dopo un sonno lungo decenni, ha posto il vincolo sul Vigorelli, il vecchio velodromo di via Arona, bloccandone di fatto la riconversione che il Comune era pronto a varare. Una ristrutturazione di cui avrebbe beneficiato una ampia serie di discipline sportive ma soprattutto il rugby, che a Milano sta conoscendo una esplosione di praticanti ma non di impianti.
Del vincolo, le due assessore lamentano di essere venute a conoscenza a mezzo stampa. Ma che i custodi a tutti i costi del vetusto impianto potessero trovare alleanze nella loro battaglia contro il progetto si era capito già nella primavera scorsa, quando la professoressa cavalier Caterina Bon Valsassina, sovrintendente ai beni culturali della Lombardia, aveva manifestato pubblicamente la sua contrarietà. A Roma, il ministero non ha fatto altro che recepire le indicazioni della sovrintendenza lombarda. In modo quasi beffardo, la decisione romana è stata resa nota sabato, nello stesso giorno in cui centinaia di piccoli rugbisti davano vita all'interno del Vigorelli ad una prova generale della rinascita cui l'impianto potrebbe andare incontro.
«Nel nuovo Vigorelli - dice Alberto Villa, ex presidente del Rugby Grande Milano e oggi ambasciatore all'estero del rugby italiano - potrebbe trovare casa non solo una franchigia con base a Milano impegnata nelle competizioni europee, ma anche il rugby dei piccoli e dei piccolissimi, che ogni fine settimana devono affannarsi a trovare un posto adatto alle loro partite». Quasi settemila posti, la dimensione ideale per le tribune, e un campo flessibile, in grado di ospitare sia il rugby che i pochi appuntamenti annui del football americano. La pista di ciclismo verrebbe inevitabilmente sacrificata. Ma si tratta - viene fatto notare negli ambienti di Palazzo Marino - di un impianto dal valore soltanto simbolico, ingestibile dal punto di vista economico come testimonia lo stato di abbandono pressocchè totale in cui versa da quindici anni. L'alternativa alla ristrutturazione, spiegano in Comune, è il degrado progressivo, fino a quando il Vigorelli dovrà essere abbattuto. «É questo che vuole la Sovrintendenza?».
Dell'importanza culturale della pista di via Arona, d'altronde, la Sovrintendenza si è accorta solo di recente.
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