Sessanta Tso al mese, il rischio aumenta col caldo

Solo nel 2017 sindaco e assessori hanno firmato 738 ricoveri forzati, mobilitati tremila vigili

Sessanta Tso al mese, il rischio aumenta col caldo

Sessantuno casi al mese - due al giorno - nel corso del 2017. L'anno scorso il sindaco o un assessore delegato si sono ritrovati 738 volte nella situazione di dover firmare un Tso perchè un residente veniva ritenuto pericoloso per sè o per gli altri, minacciava i suicidio, rifiutava terapie indispensabili per la propria salute psichica. Sono alcuni dei casi per cui può scattare il trattamento sanitario obbligatorio. Qualche considerazione esaminando i numeri registrati negli ultimi dieci anni dall'ufficio dei vigili competente. Il trend è in discesa. Nel 2008 si contavano 1.086 casi, dopo un andamento altalenante fino al 2013 la linea ha cominciato a scendere: dai 896 Tso necessari nel 2014 ai 783 del 2015 e i 765 e 738 degli anni successivi. Nei primi sei mesi del 2018 si sono registrati 370 casi, sempre due al giorno. Nei dieci anni in esame sono sempre stati più numerosi gli uomini ricoverati contro la loro volontà: da inizio anno sono 209 rispetto alle 161 donne, l'anno scorso il rapporto è stato di 471 a 267, nel 2008 di 617 a 469. A maggio e poi nei mesi estivi si nota un leggero aumento del fenomeno.

La legge stabilisce che si può attuare il ricovero forzato a due sole condizioni: la persona, secondo i sanitari che l'anno visitata, necessita di cure e le rifiuta. Di fatto il Tso viene messo in atto quando la persona viene ritenuta pericolosa per sé o per gli altri, in soggetti che minacciano suicidio o di compiere lesioni a cose e persone, rifiutano terapie, acqua e cibo. PLa richiesta deve essere certificata da due medici diversi. Ricevuti gli atti, il sindaco o un suo assessore delegato hanno 48 ore per disporre il Tso (che dura per legge 7 giorni, al termine lo psichiatra può chiedere il prolungamento) facendo accompagnare la persona dai vigili e dai sanitari presso un reparto psichiatrico di diagnosi e cura. Solitamente il Comune dispone per ogni caso l'intervento di 4 vigili, a tutela anche dei sanitari del 118 o di eventuali parenti presenti in casa, spesso la persona reagisce in maniera violenta e inaspettata. Si può presumere che solo nel 2017 per gestire i 738 casi siano stati quindi mobilitati quasi 3mila vigili. Sono 800 i ghisa formati per interventi di questo tipo, vengono chiamati a rotazione.

«É un'attività silenziosa ma che impegna gli agenti in modo costante nel corso dell'anno - ammette l'assessore alla Sicurezza Anna Scavuzzo -. É un'attività svolta senza clamore ma con grande professionalità, nel rispetto e a tutela della salute delle persone».

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