Dalla Via della Seta la prima volta dell'Orchestra cinese

Stasera al Dal Verme l'ensemble di Xi'an la città del celebre Esercito di Terracotta

Dalla Via della Seta la prima volta dell'Orchestra cinese

Un'orchestra cinese sulla «Via delle Seta» giunge a noi. Dopo uno spettacolo a Roma, stasera (sabato) sarà in scena al Dal Verme di Milano la Xi'an Symphony Orchestra (Xso), proveniente dalla città del famoso «Esercito di terracotta», Xi'an appunto. Motivo tra gli altri: far conoscere più da vicino la produzione contemporanea degli autori di Pechino (ma verranno eseguiti «La gazza Ladra» di Rossini, per i 150 anni dalla scomparsa; e la «Sinfonia n.5» di Cajkovskij). Un progetto che vuole anche diventare il simbolo di una nuova era di scambi culturali tra Oriente e Occidente. Sul podio, per l'occasione, salirà Donato Renzetti, tra i direttori italiani più noti nel mondo, nonché deux ex machina della Filarmonica rossiniana di Pesaro che ha appena pubblicato un cd. «Prima occasione di incontro la sinfonica di Xi'an, orchestra di giovani - attacca il maestro -. La compagine si muove in tournée e ha scelto l'Italia per questo progetto. Ovvero ricordare il movimento commerciale che partì dalla nota località, passò per la Russia, per poi approdare qui da noi». Un evento che permetterà di ascoltare due brani molto particolari: «Il Concerto per Pipa» scritto da Tan Dun e interpretato, al particolare strumento, da Lan Weiwei, e il poema «Guo Xiang Ji Si» (passa accanto al tempio Xiang Ji) di Wang della dinastia Tang, mentre l'orchestra eseguirà i pezzi «Ballata, Danza e Fantasia» dal concerto per violoncello della compositrice Chen Yi. Considerazioni. «Quest'ultimo un brano molto bello e suggestivo - spiega il direttore - il narratore non parla ma declama, la musica a una sapore quasi minimalista». Un tappeto sonoro che accompagna la narrazione. L'altro pezzo, prevede come già detto, l'uso della Pipa, un antico strumento - il primo a essere a corde pizzicate - che potrebbe ricordare un mandolino, nell'uso tenuto dal suonatore in posizione verticale. «Suoni, effetti penetranti, vivaci e acuti - commenta il musicista - Si usa pure con accompagnamenti più piccoli». La scrittura di Dun è ben riuscita, adatta alla situazione, volendo fare dei paragoni e per intendersi, lui come uno «Sciarrino cinese»; nel brano a un certo punto richiami di tipo bartokiano. Da ascoltare. Ca va san dire, livello alto di preparazione. Il futuro della musica è della Cina, secondo diversi osservatori. Già, il gigante asiatico. Che ha ben settanta teatri dedicati all'opera lirica, senza contare le sale per i concerti. E per le nuove orchestre cospicue sovvenzioni dallo Stato. «Sono assestati di sapere musicale - dice Renzetti - noi diamo per scontate molte cose, ma loro vogliono conoscere tutto, Ravel e Debussy per dirne alcuni».

Ultima curiosità sul concerto, «l'evento inizia con un generale battito di piedi e a un certo punto nel pezzo di Tan Dun l'orchestra di Xi'an urla - conclude il maestro - e ogni tanto, ritmicamente, i ragazzi ripetono una parola». Chissà, forse un'esortazione. Uno spettacolo nello spettacolo: insomma, «La Via della Seta» porta lontano.

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