Si parla molto delle Europee del 25 maggio, un po' meno delle amministrative. Eppure si tratta di un appuntamento elettorale di un certo peso. Nella provincia di Milano andranno al voto 71 Comuni, dei quali 14 contano più di 15mila abitanti. In questo momento la situazione tra centrosinistra e centrodestra è di sostanziale parità. Il centrosinistra ha 27 sindaci e il centrodestra ne ha 26 (tra i quali quattro della Lega e uno di Fratelli d'Italia), 12 Comuni sono guidati da esponenti delle Liste civiche. Tra le città principali che vanno alle urne ci sono Paderno Dugnano, Peschiera Borromeo e Settimo milanese: i primi due sono a guida centrodestra, il terzo centrosinistra.
La partita è importante perché è legata all'abolizione delle Province attesa a breve in Parlamento. Se il testo passa al Senato senza emendamenti, il primo luglio partirà la città metropolitana e, dopo un periodo di interregno, sindaco metropolitano diventerà Giuliano Pisapia. Si insedierà poi il consiglio metropolitano, composto da sindaci e consiglieri dei comuni della provincia. In pratica, coloro che saranno eletti alle prossime amministrative voteranno per l'area metropolitana. Ecco perché la partita delle comunali ha un significato politico doppio e i risultati sono importanti.
In Forza Italia si teme che l'effetto Renzi causi scossoni e faccia perdere posizioni. Anche per questo si discute di primarie nelle situazioni in cui non ci sia accordo con Lega e Ncd. L'idea delle primarie piace al vice coordinatore provinciale di Forza Italia, Fabio Altitonante, che però la ritiene poco praticabile: «Sono favorevole, sarebbe la strada giusta, anche se non credo ci sia tempo. Dobbiamo superare le divisioni e rimettere al centro la meritocrazia. Vorremmo istituire una commissione di garanzia per avere liste trasparenti dei candidati ai consigli comunali. È importante fare un controllo sui nomi». Altitonante propone competizioni serrate alle elezioni europee: «Così potremo tornare allo spirito del '94: liste aperte a candidature dall'esterno, non solo riempiliste per garantire l'elezione di cinque candidati forti».
L'idea delle primarie è stata lanciata dal capogruppo del partito in consiglio regionale, Claudio Pedrazzini, che insiste: «Vanno fatte non solo dove fa comodo. Fatico a comprendere le remore. È tempo di democrazia diretta, senza intermediari». Non sembra convinto il vicepresidente della Regione, Mario Mantovani: «Noi non siamo un partito avvezzo, non fa parte della nostra storia. Solo in qualche piccolo caso può essere una soluzione per risolvere problemi locali invece di presentare liste contrapposte.
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