Dopo quello all'Inter imbrattato, con le stesse uova e la stessa vernice rossa, ieri è toccato al murale per il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. A darne l'annuncio la presidentessa del Municipio 3, Caterina Antola che condanna «il vile gesto antidemocratico che questa notte ha infangato l'immagine del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, un grande uomo dello Stato che non ha mai rinunciato a servire il Paese con il massimo impegno e sforzo, nonostante tutte le avversità». Il murales autorizzato all'Ortica, a differenza d quello per Dax ricomparso e immediatamente cancellato in Darsena due settimane fa, raffigurava il volto del generale, insieme ai «Padri nobili del nostro Paese», come ricorda il sindaco Beppe Sala. «Un gesto vigliacco compiuto nella notte - scrive - un atto grave che condanniamo perchè non si tratta di semplici murales, ma di testimonianze pubbliche della nostra memoria: sono tracce del passato, anzi orme da seguire, per costruire una città migliore». Sugli autori del gesto pochi dubbi: «Assassino torturatore, 28 marzo 1980 i compagni non dimenticano» recita la frase rosso fuoco scritta con lo spray. Ieri, infatti, ricorreva l'anniversario dell'irruzione del 28 marzo nel covo delle Brigate Rosse in via Fracchia a Genova. «Il ruolo del generale Dalla Chiesa fu determinante e decisivo nello smantellamento e nell'azione condotta contro le Br» ricorda il presidente dell'Anpi provinciale Roberto Cenati. Sul «tentativo meschino di deturpare la memoria di uno degli uomini che hanno letteralmente dato la loro vita per difendere il nostro Paese da mafia e terrorismo» prende posizione anche Libera. «Lo cancelleremo» la promessa di Pietro Bussolati, segretario metropolitano del Pd. «Ortica rinasce nonostante i vostri ignobili sfregi, sempre. Lo dico ai vigliacchi che nella notte hanno deturpato il murale dedicato al Generale con parole indegne. Un gesto vile e antidemocratico che cancelleremo».
Il capogruppo in Comune di Milano Popolare Matteo Forte ricorda anche le scritte inneggianti il brigatista Mario Galesi comparse il 19 marzo, anniversario dell'assassinio di Marco Biagi.
«Sembra ogni volta di bruciare quarant'anni, ripiombando di colpo in un'epoca in cui i servitori dello Stato venivano visti dai rivoluzionari comunisti armati come la mano repressiva di un rinato potere fascista ed antiproletario».
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