La speranza di un sempre più improbabile miracolo si è infranta definitivamente ieri pomeriggio, a Musso, sui fondali del lago di Como. Quando il cadavere della bella Florijana Ismaili, 24enne calciatrice dello «Young Boys» di Berna e della nazionale Svizzera, è stato individuato a 204 metri di profondità da una barca dei vigili del fuoco dotata di apparecchiature robotizzate. I pompieri la cercavano da sabato. Qualche ora prima della tragedia Florijana era arrivata sul lago con un'amica di 22 anni e, noleggiata una barca a Dongo, avevano trascorso l'intera giornata sul lago. La tragedia al rientro, a un centinaio di metri dalla riva. Quando l'atleta di origine albanese aveva deciso di tuffarsi e non era più riemersa.
Finisce così il sogno sportivo della centrocampista proiettata nel firmamento del calcio femminile che sin da giovanissima, dai suoi esordi, si batteva per la valorizzazione di uno sport in cui credeva e che amava. Lo «Young Boys» piange il suo capitano e si stringe ai genitori che, subito dopo essere stati avvertiti della drammatica scomparsa di Florijana, erano giunti trepidanti sul lago, preparandosi ad affrontare quella che da subito aveva mostrate fin troppo chiaramente le caratteristiche della tragedia. Florijana Ismaili, infatti, sapeva nuotare e anche molto bene, come ha confermato l'amica che era con lei. L'ultima parola la dirà come sempre l'autopsia, ma è molto probabile che a stroncare la sua giovane e vibrante esistenza possa essere stato lo choc termico tra il calore dell'aria (che sabato, quando la ragazza si è tuffata, sul lago di Como era di oltre 33 gradi) e la temperatura molto più rigida delle acque.
Non ci sono parole per raccontare drammi come questo. Si può solo sperare che ora Florijana stia dribblando la palla su campi molto più verdi di quelli che aveva trovato quaggiù.
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