Stangata a notte fonda L'Imu sale al 6 per mille ma sui conti è caos totale

La giornata è cominciata all'insegna dei buoni auspici (perché non più di questo si tratta). Con i rappresentanti del governo venuti in pellegrinaggio a Milano per dare delle rassicurazioni a Palazzo Marino. Oggetto: la penalizzazione della nostra città nell'assegnazione del fondo di solidarietà. «Milano sarà risarcita» il messaggio. Il sindaco Giuliano Pisapia e l'assessore al Bilancio Francesca Balzani hanno incontrato in mattinata Pier Paolo Baretta, sottosegretario al ministero dell'Economia e Finanze, e Maurizio Martina, sottosegretario all'Agricoltura con delega all'Expo. I rappresentanti del Governo hanno nuovamente riconosciuto (dopo l'incontro del 3 settembre) l'esigenza di una correzione dei criteri di assegnazione delle risorse del Fondo di Solidarietà per gli enti locali per l'anno in corso. Milano reclama 38 milioni per essere al pari delle altre città di eguale classe demografica, la questione «verrà risolta con i tempi che servono al Comune di Milano - assicura Martina - l'impegno del Governo è a fare il massimo possibile». Stesso discorso per la deroga al patto di stabilità per Expo: «Confermiamo l'impegno del Governo - ha detto Baretta - sull'importante scadenza di Expo. Un'attenzione particolare è poi riservata al patto di stabilità».
Così si respirava ottimismo in Consiglio comunale tra i banchi della maggioranza per la discussione della delibera sull'Imu prima casa. Trentaquattro gli emendamenti presentati dall'opposizione, di cui 17 dichiarati inammissibili, ma l'emendamento principe, quello che ha tenuto banco per tutta la serata, è stato quello presentato dalla maggioranza che ha proposto l'innalzamento dell'aliquota dallo 0,575% allo 0,6%. E alla fine il rincaro dell'imposta è stato approvato dal Consiglio 27 voti della maggioranza, compreso quello del sindaco Giuliano Pisapia, e i sette voti contrari di Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia e del centrista Manfredi Palmeri. Il ritocchino porterà nelle casse di Palazzo Marino 13 milioni di euro, da destinare - come spiegato in un ordine del giorno collegato - a innalzare la soglia di esenzione dell'addizionale Irpef. Al momento, infatti, sono esenti i redditi annui sotto i 15mila euro, ma si mira ad arrivare (magari eliminando anche gli attuali scaglioni per recuperare, con uno 0,8% flat per tutti, altri 13 milioni) a una soglia di almeno 20mila. La delibera sull'imposta sulle persone fisiche dovrebbe approdare in aula lunedì per lasciare spazio alla delibera sul bilancio di previsione 2013, da approvare entro fine mese.
Una manovra, quella sull'Imu, alla cieca per l'opposizione dal momento che sulle copertura finanziaria della seconda rata da parte del governo pende un grande punto di domanda (per la prima rata si attende invece che il decreto diventi legge entro una settimana). Non punta all'ostruzionismo a oltranza il centrodestra: «Ci limitiamo a sostenere i nostri emendamenti - spiega il capogruppo della Lega Alessandro Morelli - perché la maggioranza vuole approvare un punto di domanda sul bilancio, un possibile buco da 95 milioni se il governo non fornirà le coperture necessarie. A metterlo in dubbio peraltro è il Pdl, che è al governo con il Pd, perché non dovremmo chiederlo?».
Forza Italia chiede che «la maggioranza presenti l'impegno scritto del governo alla totale copertura - dice il capogruppo Alan Rizzi - perché l'impressione è che stiano scommettendo sulla non cancellazione della seconda rata, visto che non arriveranno mai le risorse corrispondenti all'aliquota del 6 per mille».

Per Riccardo De Corato di Fratelli d'Italia si tratta di «una scommessa, ma non siamo a Las Vegas, non si gioca sulla pelle dei milanesi. Questa sull'Imu è una discussione alla cieca e sarebbe sensato sospendere tutto in attesa di una risposta certa del governo».

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