Stoneman, quando lo sport si fa estremo Dal lago d'Iseo ai 3mila metri del Paradiso

Al traguardo solo in 60 dopo aver nuotato e scalato il Gavia e il Mortirolo

Ci sono sport in cui la fatica diventa un premio. Diventa la sfida assoluta, l'asticella che si vuole alzare per mettersi alla prova per vedere fino a che punto si può arrivare. E in questa direzione va lo «StonemanBrixiaMan extreme triathlon» Oltre il triathlon. Oltre la fatica che già si fa, oltre la bellezza di molti posti dove ci si tuffa, dove si pedala e dove si corre. Oltre la paura di provarci. Lo Stoneman che si è corso pochi giorni fa in Valcamonica tra lago d'Iseo, Ponte di Legno, Gavia, Mortirolo e Passo Paradiso nasce un po' così, su questo filone. E' il sogno nel cassetto di chi almeno una volta nella vita ci vuole provare, lo sfizio di chi vuol mettere in bacheca una gara estrema. Dal Norseman in Norvegia, al Celtaman in Scozia all'Escape From Alcatraz in California ci sono gare di triathlon che sono anche un'altra cosa, che servono a dimostrare solo a se stessi che si poteva fare. Che basta volere E questo hanno fatto i 60 i valorosi «StoneMan» che, su 110 partecipanti, hanno raggiunto il traguardo dopo seimila metri di dislivello tra nuoto, ciclismo e corsa, resi ancora più sfiancanti da un nubifragio che ha enormemente complicato le cose. Il via alle 4 del mattino dal centro del lago d'Iseo dove gli atleti sono stati portati da un traghetto da cui si sono tuffati. Poi la bici, che non è come raccontarla, con 4.700 metri di dislivello fino a Edolo per la risalita verso i due passi, l'Aprica e il Mortirolo. E poi da Ponte di Legno l'assalto al Passo Gavia. Basterebbe così è invece no. E toccato correre 42 chilometri da Zoanno a Precasaglio a Villa Dalegno. Fino a Temù a Valbione e riscendendo ancora Ponte di Legno da dove è partita l'ascesa al Passo del Tonale con un ultimo strappo di 8 km per raggiungere il Passo Paradiso a 2600 metri. Fine. Tra gli uomini ha vinto in 14h23'43'' Federico Roncagliolo, 40 anni di Rapallo, tra le donne in 18h16'56'' la 53enne milanese Elena Marocci.

Ma ovviamente hanno vinto tutti , dal primo all'ultimo, perchè per arrivare al traguardo di una gara così è chiaro che un po' speciali bisogna esserlo: «Mentre ero nel bosco del Gavia per la fatica ho pensato di scendere dalla bici e cominciare a camminare ha raccontato Francesco Uberto, l'ideatore dello Stoneman per la prima volta in gara quest'anno Ma mi sono tornate in mente le parole del vincitore 2017 Roland Osele: quando sei in crisi devi solo mangiare e aspettare, mi aveva detto. Questa non è una gara ma è un vero e proprio viaggio dalle variabili imprevedibili, che ti mette di fronte ai tuoi limiti e ti fa capire come venirne a capo». Il resto è una storia da raccontare ai nipotini

ARuz

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