Stranieri, miseria e violenza: ecco il volto di Porta Venezia

Dopo il massiccio arrivo di profughi il quartiere è a rischio caos. I residenti chiedono l'intervento del Comune: "Qui serve l'esercito"

Stranieri, miseria e violenza: ecco il volto di Porta Venezia

Le vie della peste di manzoniana memoria esistono ancora e tra l'altro proprio nella zona dove ai tempi di Alessandro Manzoni sorgeva il lazzaretto. Oggi consiglio di Zona d'emergenza a Porta Venezia alla presenza dell'assessore alla Sicurezza, Marco Granelli, e dell'assessore alle politiche sociali, Pierfrancesco Majorino. Sarà un consiglio bollente per tanti problemi che scottano dentro questo incontrollato calderone, viste le condizioni in cui versano alcune strade appena dietro a corso Buenos Aires, quali via Tadino, Palazzi e Lazzaretto, soprattutto dopo l'arrivo massiccio dei profughi eritrei che, al contrario di quelli somali, non commuovono nessuno e invadono un'area della città portandovi risse, caos, sporcizia e soprattutto tanta, tanta miseria, come una malattia che pare senza cura, perché le vie in questione pullulano di ogni tipo di «illegalità» come se fossero un porto franco.
«Esporremo al Comune cinque punti chiave - dichiara Alfredo Cicognani, presidente del Movimento Porta Venezia -. Primo: il controllo da parte della guardia di finanza e della polizia annonaria delle licenze e dello stato di morosità degli esercizi commerciali. Secondo: piantonamento per motivi di emergenza della polizia di stato e dell'esercito 24 ore su 24». Non solo. I cittadini, davvero esasperati dal degrado in cui versano marciapiedi, giardini e negozi, vogliono anche un intervento dei Nas e dell'Asl affinché effettuino controlli a tappeto sulle condizioni sanitarie delle strade, il rafforzamento del monitoraggio video e dell'illuminazione e un aggiornamento sugli interventi di riqualificazione proposti dal Fai in piazza Oberdan e sull'albergo diurno.
«Intendiamo segnalare un contrasto assurdo. Ad agosto inizieranno i lavori per la pedonalizzazione della chiesa di San Carlo al Lazzaretto, che sarà sicuramente meta di turisti durante Expo, essendo la chiesa citata ne «I promessi sposi». Ci chiediamo: a cosa servono questi lavori se poi la chiesa rimane sempre chiusa? La Curia dice che mecessitano 300 mila euro per rimetterla a posto, ma a quanto pare non ci sono». Alfredo Cicognani, che ha fondato il 16 settembre 2013 il Movimento Porta Venezia, dopo non aver mai trovato ascolto da parte dell'amministrazione, ha deciso che stavolta andrà anche dal prefetto e, se neppure il prefetto ascolterà le rimostranze di questi residenti milanesi, andrà a Roma.
«Il Comune stava per spendere 1 milione di euro per una pista ciclabile in viale Tunisia che tra l'altro non era neppure regolamentare. Grazie alle nostre segnalazioni ha rivisto il progetto e la spesa è scesa a 600 mila euro. Perché con il bottino risparmiato non pensa di rendere pedonabile via Panfilo Castaldi come ha fatto con via Paolo Sarpi?».
Sono stanchi gli abitanti di vedere tutto il giorno bivacchi di profughi eritrei lasciati lì come spazzatura.

Ragazzi giovani che stanno tutto il giorno appesi al telefonino, perché la loro unica attività è quella di contrabbandare di tutto, dai passaporti falsi a tipologie di merce alquanto dubbie. Se per Expo Milano dovrà mostrare il lato splendente della medaglia, anche gli eritrei come i somali hanno il diritto di un aiuto che non c'è, perché porta Venezia non è l'angolo spazzatura della città.

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