Sui profughi nuovo match tra prefetto e sindaci leghisti

Foto d'archivio
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Braccio di ferro sull'accoglienza dei migranti, nuovo atto. Durante l'inverno gli sbarchi hanno ovviamente registrato una frenata ma con l'arrivo della bella stagione si preannuncia una nuova ondata di arrivi. Il prefetto Luciana Lamorgese punta a fare pressing sui sindaci leghisti che fino ad oggi hanno rifiutato di firmare il protocollo che regola la ripartizione dei profughi nei Comuni in base al numero dei cittadini. Ieri ha incontrato i sindaci di Cinisello, Inveruno, Pioltello, Robecco sul Naviglio, Rho, Rozzano e San Donato Milanese - tutti del Pd - per un «tavolo di monitoraggio del protocollo per un'accoglienza equilibrata, sostenibile e diffusa dei richiedenti asilo». Ha contestato l'atteggiamento dei Comuni ribelli e sostenuto che i premi ai Comuni che non accolgono di cui ha parlato giorni fa il neo assessore alla Sicurezza in Regione Riccardo De Corato non possono avere una traduzione pratica. Ha anticipato invece che a breve convocherà riunioni con i Comuni secondo gli ambiti territoriali e farà pressing per alleggerire le presenze dei migranti su Milano e Bresso. Parola che hanno trovato ovviamente d'accordo l'assessore milanese al Welfare Pierfrancesco Majorino: «Apprezzo lo sforzo della prefettura, bisogna lavorare molto di più sulla qualità dell'integrazione e per farlo bisogna avere una maggiore distribuzione tra i Comuni». Arriva già un secco no dal sindaco leghista di Opera Ettore Fusco: premette che i 7 sindaci Pd «non hanno alcun titolo per discutere in nome e per conto dei 3 milioni di milanesi della Città metropolitana che non li hanno delegati a farlo».

E Opera non cambierà linea: «Non voglio più saperne di chi fa affari con i profughi negli alberghi ed in comunità mentre gli italiani vivono nelle macchine quando non addirittura sotto i ponti». Il sindaco Beppe Sala contesta l'ipotesi di premiare chi non accoglie: «É uno schiaffo ai milanesi, su alcuni terreni le differenze con il governatore Attilio Fontana sono incolmabili».

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