«Il reddito di cittadinanza è una misura assistenzialista e non sostiene il lavoro, semmai quello nero». Marco Accornero, segretario generale dell'Unione Artigiani di Milano, Monza e Brianza, spara a zero sul sussidio varato dal governo Lega-M5S.
Il vicepremier Di Maio anche ieri ha ribadito che «incoraggerà gli imprenditori ad assumere». Rimane scettico?
«Disincentiverà a cercare lavoro, piuttosto per rientrare nei parametri e non perdere il sussidio si alimenterà il sommerso, specie in certe zone del Paese. E chi assumerà gente non regolarizzata farà concorrenza sleale a chi firma contratti a norma con i costi che ne conseguono. Temo una frattura nel Paese».
Parla di un derby nord-sud?
«Più che un derby temo una vera e propria spaccatura tra la parte produttiva del Paese e la parte alla ricerca di un sussidio di carattere assistenzialista. La parte produttiva prima o poi si ribellerà, coglierà il senso di essere quella che sostiene anche il reddito di chi poi, con tattiche e furbizie, si sottrae al lavoro».
Il meccanismo si basa anche sul principio che le imprese si fidino dei percorsi e della formazione fornita dai centri per l'impiego e assumano proprio chi prende il reddito.
«Intanto il lavoro si crea con sviluppo e investimenti e qui se ne vedono pochi. Le imprese cercano persone qualificate o da formare, ma ottenere una professionalità può richiedere anche 2-3 anni, non si capisce invece come e chi farà questa presunta formazione. E la misura parla anche di offerta di lavoro congrua, per 18 mesi si può incassare l'assegno nascondendosi dietro alla distanza, all'incongruità. Siamo il Paese dei furbi, sarà facile trovare escamotage».
Quale sarebbe l'alternativa?
«Usare gli stessi fondi per dare sgravi iniziali alle imprese che assumono giovani o fanno formazione attraverso lo strumento dell'apprendistato e della formazione scuola-lavoro».
Ha manifestato pro Tav, teme il blocco?
«Siamo fortemente preoccupati perchè una parte del governo ha un'ideologia anti industriale, contro ogni innovazione e infrastruttura, una volta è la Tav, una volta Ilva, Tap, trivelle. Quasi si potesse avere una crescita del Pil senza investire in sviluppo».
Quali sono le previsioni dell'Unione Artigiani per il 2019?
«Milano vive da qualche tempo una sorta di rinascimento ma guardando fuori, all'area metropolitana, dopo la ripresa si iniziano a vedere segnali di rallentamento, un calo di investimenti e una stretta sulle nuove assunzioni. Non parlo di crisi ma di rallentamento sì, nei prossimi trimestri si può passare a una recessione».
Il 25 febbraio scatta Area B, gli artigiani sono attrezzati?
«Sulle telecamere antismog siamo stati critici, apprezziamo che qualche miglioramento ci sia stato consentendo slot per l'ingresso alle categorie, ma
su Milano gravitano imprese da tutta la Lombardia e molti non hanno le forze per acquistare nuovi mezzi attrezzati da 20-30mila euro. Chiediamo che tra Regione e Comune di mettere in campo tutti gli incentivi possibili».
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