Toti: «Sì a unioni ma no a nozze e adozioni gay»

Toti: «Sì a unioni ma no a nozze e adozioni gay»

Il tema del matrimonio tra persone dello stesso sesso e delle adozioni di bambini da parte di due donne o due uomini a Milano è più caldo che altrove. È concreto, perché il sindaco, Giuliano Pisapia, ha già annunciato di voler trovare il modo di trascrivere nei registri comunali le cosiddette nozze gay. E pone anche un problema politico all'interno del centrodestra. Non pochi esponenti di Forza Italia temono che un'apertura su temi che mettono in discussione la famiglia tradizionale sia un errore, perché disorienta l'elettorato conservatore e lo spinge tra le braccia della Lega, di Fratelli d'Italia e del Nuovo centrodestra.
Dopo lo stop a matrimoni e adozioni gay della coordinatrice regionale, Mariastella Gelmini, area cattolica, e anche del liberal Giulio Gallera, coordinatore cittadino degli azzurri, è l'europarlamentare e dirigente azzurro Giovanni Toti a entrare nel dettaglio. E a spiegare come il via libera alla discussione in Parlamento partito da Silvio Berlusconi non sia, nelle intenzioni del partito, un attacco alla famiglia tradizionale. «Personalmente sono contrario alle adozioni. Ma sono favorevole all'allargamento dei diritti e questo discorso vale per omosessuali e eterosessuali. Ben venga una riflessione nel nostro partito che, se vuole rappresentare una grande fetta di italiani, ha il dovere di interrogarsi sulle soluzioni più avanzate» dice Toti.
Matrimonio gay? L'idea non lo convince. «Il matrimonio è un modo ideologico di affrontare il problema. Accordi civili che comportano una parte dei diritti che conseguono al matrimonio come negozio giuridico non pongono difficoltà. Che si chiamino come meglio si crede, civil union o in altro modo. Lo stesso Papa Francesco ha fatto una riflessione in questo senso». Il dirigente azzurro si riferisce al Sinodo dei vescovi sulla famiglia, che affronterà anche il tema delle unioni civili. «Dopo di che - aggiunge Toti -, quando si parla di diritti, bisogna stare attenti che l'allargamento dei diritti di qualcuno non leda i diritti acquisiti da altri. Noi puntiamo a una grande tutela della famiglia tradizionale».
Nel concreto ciò significa sì a strumenti che consentano di «condividere i propri beni» ma grande «cautela sulle pensioni di reversibilità», la cui estensione al di fuori del matrimonio rischia di far saltare le casse dello Stato, e «tutela dei diritti acquisiti da altri». L'attenzione è in particolare verso i bambini: «Se sono sposato e poi vado a vivere con un compagno uomo, ci sono i diritti dei figli da tutelare».
Sul tema torna anche Pisapia. Il sindaco a Telelombardia interpreta le aperture di Berlusconi e sfida ad adeguarsi la Gelmini, che già ieri si era pronunciata contro il matrimonio tra persone dello stesso sesso e contro le adozioni. «Io al Gay Pride? Non credo proprio» dice Gelmini. E ribadisce: «Personalmente sarei contraria ad allargare le adozioni alle persone omosessuali, perché ci sono in discussione i diritti dei minori, e all'omologazione dell'unione omosessuale al matrimonio».
Pisapia apprezza le parole di Berlusconi: «È stato coraggioso. La Pascale è stata coraggiosa perché è stata la prima e poteva trovarsi in difficoltà all'interno del suo partito».

E ancora: «Io credo assolutamente che non sia una scelta di carattere elettoralistico, ma che veramente si sia reso conto di un tema su cui forse aveva dei pregiudizi». Da qui l'invito a Berlusconi e alla Pascale perché partecipino all'Europride 2015, che il Comune intende organizzare in vista di Expo.

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