Cronaca locale

Tour tra le bellezze lombarde con pizze dai nomi letterari

Da Merate a Erbusco: un percorso tra turismo e tavola con storie e paesi. Un Natale che sa di Quattro stagioni

Tour tra le bellezze lombarde con pizze dai nomi letterari

«Perché quest'anno a Natale non prepariamo qualcosa di diverso, magari la pizza?». La proposta di mia moglie mi ha colpito e quindi ho scatenato il Viaggiatore Goloso lungo un percorso a caccia delle pizze migliori. Tra una pizza e l'altra, scopriamo anche alcune bellezze lombarde. Prima tappa a Merate, alla Grotta Azzurra di Cristian Marasco, giovane pizzaiolo nato a Lecco da famiglia campana, cresciuto con le mani in pasta, le prime pizze a 7 anni, nel locale di famiglia. Dopo averne afferrato il timone, pardon, la pala, ne ha aperti altri due a Bonate Sopra (Bergamo) e a Garlate (Lecco). Un imprenditore con 50 dipendenti, di cui 10 pizzaioli, un artigiano della pizza, con lievitazione 96 ore. Citiamo la marinara ai quattro pomodori, le 5 varietà di margherite tra cui spicca la Regina Margherita, la succulenta Lumbard! (fior di latte, Gorgonzola dolce, taleggio, parmigiano grattugiato, chips di polenta), la «Branzino laureato» (San Marzano DOP, insalata di ciliegino rosso, pomodorino giallo, crema di rucola, carpaccio di branzino marinato, grattugiata di limone della Costiera).

Per smaltire (anche se le pizze di Marasco sono lievi) facciamo una passeggiata a Villa Subaglio. Splendida dimora dell'inizio del Settecento, sorge in una posizione panoramica, dominando la pianura da una parte e le Prealpi dall'altra. Ora ospita feste ed eventi, ma nei secoli ha accolto numerose teste coronate: l'arciduca d'Austria Carlo Francesco con la sposa Sofia, il granduca Leopoldo II di Toscana e dopo l'Unità d'Italia, alcuni esponenti di casa Savoia. Da Sobb a Casirate D'Adda si esibisce Roberto Cicalesi. A parte l'uso (irritante) del termine pizza gourmet, ottime tutte le pizze, da quella con le acciughe del Cantabrico (burrata pugliese, scarola stufata, olive taggiasche, polvere di capperi) a quella con lo speck di Sauris (insalatina, porcini saltati al burro, crema di zola).

Anche da 7Ponti di Alessio Rovetta a Cenate di Sopra, la materia prima è fondamentale: «Culatello» (degli Spigaroli) con burrata e pomodoro; «Oscar», con pomodoro, stracciatella pugliese e acciughe di Sciacca; «7Ponti», stracciatella pugliese, bresaola, scaglie di Parmigiano e balsamo degli Angeli (acetaia Testa). Non mancano pizze classiche e vegetariane/vegane.

Non distante da Cenate, a Entratico, merita entrare nella Buca del Corno, sulle pendici del monte Sega, che si sviluppa con le sue diramazioni per oltre 385 metri nei calcari del periodo giurassico. Buona anche la pizza di montagna ai 900 metri di Castione della Presolana, dove opera il giovanissimo Ian Spampatti campione 2016 del programma Master PizzaChef e figlio di Roberto, compagno di gare sciistiche di Alberto Tomba. Alla Lanterna le offerte sono diverse, dalla pizza tagliata a spicchi con ingredienti che arrivano dalla cucina a quella «inpala» che, farcita, diventa un panino.

Ritorniamo a valle e dirigiamoci al Fienile di Palazzolo sull'Oglio dove arriviamo dopo aver superato l'antico ponte romano che collega Palazzolo a Mura. Qui si pagava una gabella detta «pontatico». Paolo Ghidini, che crea il Fienile nel 2013, non nasce pizzaiolo, faceva altro, ma diventa bravissimo con grande attenzione all'impasto, alla qualità dei prodotti, alla leggerezza e digeribilità. Non cerca di stupire, ma di fare le pizze perbene.

C'è una «formaggi» da standing ovation con fior di latte, antico stracchino delle Valli Orobiche, caciocavallo podolico, grana e scamorza; c'è la Montisola con pomodoro, fior di latte bio, sarde del lago d'Iseo. Ci sono pizze le classiche e pure le pizze dedicate a personaggi letterari. E ancora, un'altra proposta.

Il traguardo del nostro viaggio (golosissimo) tra le pizze di Natale è a Erbusco. Qui, dopo una visita alla bellissima Pieve di Santa Maria Maggiore, ci accomodiamo al Chiosco della Filiale dell'Albereta, propaggine settentrionale di Franco Pepe, il geniale visionario di Caiazzo (Caserta) con le sue pizze storiche (margherita sbagliata, marinara classica), le fritte (sensazioni di costiera: aglio disidratato, peperoncino, prezzemolo, pomodoro cuore di bue, acciughe di Cetara, buccia di limone) e quella originale per la Filiale: guanciale di cinta senese, fior di latte, crescenza, zucchine schiacciate con basilico e olive nere, olio varietà caiazzana. Gli ottimi vini di Terra Moretti e non solo, innaffiano degnamente il pranzo.

Buona pizza di Natale a tutti.

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