Tradizione, gusto e cavalli Il «Ribot» festeggia 40 anni

Il ristorante nato nel 1975 è da sempre ritrovo degli amanti dell'ippica Ancora oggi questo salotto attira vip, sportivi, imprenditori e famiglie

Non ci poteva essere momento più appropriato perché «Ribot», lo storico ristorante che porta il nome del mitico purosangue, iniziasse i festeggiamenti per i 40 anni di attività a fianco di proprietari di scuderie, allenatori, fantini, sportivi. L'apertura della stagione dell'Ippica è appena iniziata con la «Festa del galoppo. Premio Teso» e in concomitanza esce un libro ricco di immagini suggestive: «Ribot. La ricerca del cavallo perfetto» è il libro curato da Franco Castelfranchi per la Compagnia delle Cinque Vie.

Memoria, corse, campioni e una cucina tradizionale milanese ma anche toscana, in un contesto apparentemente inglese, boiserie di legno alle pareti, quadri e foto storiche dei più bei cavalli e Gran Premi (non manca quella di Varenne), arredi caldi, poltrone in pelle verde scuro Frau, un grande giardino, staffe, selle, frustini, giubbetti e cappelli di noti fantini, ferri di cavallo (che non guastano mai), coppe, medaglie... E anche perché la cucina è anche un po' toscana si spiega così: Ribot nasce dall'amore per i cavalli e dalla passione per la ristorazione.

Negli anni Sessanta Mauro Frediani era ancora un ragazzo quando il vecchio dottor Moretti diceva: «Andiamo alla villetta a bere un calice», un'Osteria che le tre sorelle di nome Milano gestivano come ritrovo di maniscalchi e uomini di scuderia. La villetta ottocentesca è sempre la stessa con le sue mura che cingono il giardino, sulle quali ora imperano tre murales con tre cavalli, il primo è Ribot (ne porta la scritta) realizzati da Mauro Bernardinello, proprio a due passi dai due ippodromi e dalle scuderie. Qui hanno cenato i più grandi personaggi dell'ippica e qui si sono sentite raccontare le storie più belle e inverosimili i campioni italiani e stranieri. Mauro Frediani si è subito appassionato dopo che un toscano Ricciotti nel dopoguerra con moglie e due figli acquistò quel villino per fare un ristorante. Camici, Bruni, il Marchese Mario Incisa della Rocchetta, i mitici Gianfranco e Lanfranco Dettori, la Signora Verga, il Cavaliere Federico Regoli sono solo alcuni dei nomi che trasformarono questo luogo in un salotto dell'ippica. Qui ancora oggi si danno appuntamento imprenditori, calciatori, giornalisti, personaggi del mondo dello spettacolo, ma anche famiglie.

Il 31 dicembre del 1975 ebbe inizio la vera storia di «Ribot & Mauro».

Il padre di Mauro era un grande appassionato di ippica e suggerì il nome di «Ribot». Dopo 40 anni non c'è più Mauro; ora ad accogliere clienti e amici è Niccolò Frediani che con entusiasmo e grande professionalità prosegue la tradizione di famiglia.

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