Continua l'iter tecnico per l'avvio della campagna vaccinale anti Covid che, come ha confermato il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana comincerà nella nostra regione il 15 gennaio. Il referente e consulente per la Regione per il piano vaccinale Giacomo Lucchini ieri ha partecipato ai tavoli tecnici con l'agenzia Invitalia per la definizione delle strutture e della popolazione target per la prima tranche della campagna, che interesserà circa 300mila lombardi.
«Abbiamo creato una squadra destinata soltanto a organizzare la campagna vaccinale del Covid, sarà fatta di medici e infermieri, ci sarà il tema della conservazione e comunque delle procedure complicate - ha spiegato il governatore - ma noi siamo pronti, abbiamo individuato le categorie prioritarie in base alle indicazioni del Governo. Abbiamo un elenco in cui ci sono operatori sanitari e ospiti delle Rsa, cioè le categorie sensibili per l'attività che svolgono o per l'età che hanno. Ci sono ancora dettagli da chiarire, ma stiamo mettendo tutto il nostro impegno con delle persone destinate» alla campagna vaccini «e con un rapporto costante con il commissario Arcuri e con il ministero della Salute. Dobbiamo cercare di correre perché» a livello europeo «è stato previsto il V-Day il 6 gennaio» ha concluso Fontana.
Ieri intanto è partita la campagna di adesione tra il personale medico, sanitario e infermieristico delle Asst lombarde e tra il personale delle Rsa- i primi che saranno sottoposti, su adesione volontaria, alla doppia profilassi (il vaccino Pfizer, il primo che sarà adottato richiede una doppia somministrazione a distanza di 19-23 giorni).
Ma sull'adesione alla campagna da parte del personale sanitario c'è chi esprime già forti preoccupazioni: Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive dell'Ospedale San Martino di Genova e presidente della Società Italiana di Terapia Antinfettiva. «Una delle più grosse resistenze da questo punto di vista l'abbiamo trovata tra i medici e gli infermieri» spiega. «Per il vaccino influenzale si vaccina solo il 20 per cento, mentre l'80 per cento non si vaccina. Per il Covid - ha proseguito Bassetti - secondo me si dovrebbe arrivare al 100 per cento dei vaccinati tra il personale sanitario, ma credo che se arriveremo al 50 per cento ci sarà da festeggiare, anche se la percentuale è bassissima». Dal canto suo, nessun tentennamento: «Lo avrei già fatto se fosse uscito», anche perché «il vaccino di Pfizer e Moderna ha una tecnologia eccezionale, con la quale potremo fare molti vaccini in futuro. E questa è una cosa molto positiva dal punto di vista scientifico».
Intanto la Giunta regionale su proposta dell'assessore al Welfare, Giulio Gallera, ha approvato il rimborso, pari 32 euro, per i «cittadini target» che hanno dovuto ricorrere alla somministrazione
a pagamento del vaccino antinfluenzale. Per accedere al rimborso, basterà presentare all'Ats di riferimento la ricevuta del pagamento effettuato e un'autocertificazione attestante l'appartenenza alla popolazione «target».
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