La sentenza è stata emessa in abbreviato dal gup di Milano Stefania Pepe, a seguito dell' inchiesta del pm Enrico Pavone e della Digos. È così che, come riferito dal corriere.it, è stato condannato a 4 anni e 2 mesi l' ex mujaheddin egiziano imputato di terrorismo internazionale Sayed Fayek Shebl Ahmed, 53 anni, combattente in Bosnia, che ha abitato con la famiglia a Fenegrò, nel comasco e ora è detenuto a Nuoro. Il nordafricano, che verrà espulso a pena espiata, è accusato dalla Procura milanese di aver convinto il figlio Saged, 23 anni, a partire per la Siria nel 2014 per combattere nell'esercito del Califfato. Secondo l'accusa, il 53enne ha organizzato e finanziato il viaggio del figlio - partito dall'Italia per la Siria il 30 giugno 2014 per unirsi alla brigata Nour al-Din al-Zenki, confluita con altre formazioni jihadiste nell'organizzazione terroristica Hayiat Tahir Ash Sham e ora latitante - inviandogli 200 euro al mese. Il giudice Pepe gli ha concesso le attenuanti generiche perché Sayed avrebbe fornito agli investigatori italiani, tramite il figlio Saged, informazioni sul rapimento sull'idraulico di Castelfranco Veneto che, partito per la Siria con «l'intento di arruolarsi», sarebbe poi stato sequestrato, il cinquantenne Fabrizio Pozzobon.
Fino a dicembre 2016, Pozzobon era un imprenditore, con una piccola azienda di termoidraulica, una famiglia e un passato da consigliere comunale della Lega Nord. Poi era partito per la Turchia sparendo nel nulla.
L'egiziano condannato era stato arrestato nel gennaio di un anno fa. La madre del figlio Saged invece, era stata espulsa per motivi di sicurezza pubblica.
All'epoca
dell'operazione della Digos milanese Talis pater, gli investigatori milanesi avevano sottolineato con insolita enfasi il grado elevato di compattezza nella radicalizzazione religiosa della famiglia di Sayed Fayek Shebl Ahmed.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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