Squadra che vince non si cambia, recita un vecchio detto. E allora Palazzo Reale continua la politica delle mostre con nomi del '900 di grande richiamo, ancorchè chiavi in mano in virtù delle partneship con la Fondazione Il Sole 24 ore, Arthemisia e Skira. Dopo i grandi «botti» della mostra sul secessionista viennese Gustav Klimt (250mila spettatori) quella su Picasso (più del doppio, 540mila) e quella su Kandinsky (250mila), non poteva mancare all'appello un altro classico: Vincent Van Gogh.
La mostra che inaugura oggi sotto il titolo «L'uomo e la terra» pare davvero la ciliegina sulla torta per arrivare già a Natale con grandi numeri da mettere in carniere, visto che le altre due mostre in corso pure stanno andando forte: Chagall con 2.000 spettatori al giorno e Segantini con 1.800. Insomma, malgrado le vacche siano sempre più magre, la vetrina dell'arte non manca e anche il consueto appuntamento con il capolavoro itinerante a Palazzo Marino si è salvato in corner nonostante il forfait di Eni. Non tutte sono mostre sono imperdibili come quella in corso sul padre del Divisionismo che rappresenta la rassegna più completa mai realizzata in Italia riguardo Segantini. L'esposizione su Van Gogh, che cade tra gli eventi del 125mo anniversario della morte, raccoglie una cinquantina di opere quasi esclusivamente provenienti dal museo Kroller-Muller di Otterlo, villaggio della provincia olandese della Gheldria. Si tratta di una raccolta di dipinti e disegni che sottolineano più che mai l'ispirazione agreste e contadina del pittore dei «Mangiatori di patate» e dei «Girasoli».
Ovviamente mancano le opere maggiori del maestro, conservate nel Van Gogh Museum di Amsterdam e al Musée d'Orsay di Parigi. Ma il nucleo di Otterlo appare sufficientemente dignitoso, soprattutto se si considera che antologiche su Van Gogh non capitano tutti i giorni. E allora vediamo nel dettaglio come è stata articolata l'esposizione - curata da Kathleen Adler con un comitato di esperti dell'opera di Van Gogh quali Cornelia Homburg, Sjraar van Heugten, Jenny Reynaerts e Stéphane Guégan - e che è stata suddivisa in sei sezioni: L'uomo e la terra, Vita nei campi, Il ritratto moderno, Nature morte, Le lettere, Colore e vita. Al centro, dicevamo, il viscerale rapporto dell'artista con la vita dei campi, anche se non mancano opere significative che mettono in luce la potenza introspettiva di colui che viene giustamente considerato da molti critici il vero padre dell'arte espressionista. Tra queste, Autoritratto (1887), Ritratto di Joseph Roulin (1889) e Paesaggio con covoni e luna che sorge (1889).
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.