Vent'anni senza Kubrick: un ricordo lungo nove film

Da stasera il ciclo sul regista americano scomparso nel sonno: si inizia con «2001 Odissea nello spazio»

Vent'anni senza Kubrick: un ricordo lungo nove film

Vent'anni senza Kubrick. Uno dei geni assoluti del cinema del Novecento moriva, stroncato da un infarto nel sonno, in una mattina di marzo del 1999. In eredità ha lasciato capolavori che attraversano vari generi senza invecchiare mai. Classici, in una parola. Ma non solo. Più che un regista Stanley Kubrick è stato autore di un cinema che ha superato se stesso, trasformandosi in una sorta di atlante della filosofia e del pensiero. Un viaggio nel tempo che troppo facilmente porta a far riferimento a 2001 Odissea nello spazio, dove la fantascienza, in quel lontano 1968, anticipava quello che anche oggi sembra pionieristico, pur toccando tasti vicini alla nostra quotidianità.

Un genere che con Arancia meccanica veniva applicato a un versante sociologico per sua stessa natura conseguenza di un sistema politico, al quale si agganciavano il tema bellico affrontato in Full metal jacket e la satira del Dottor Stranamore. In tutta la sua vita Kubrick ha studiato e osservato la società nelle più varie prospettive, dal dramma erotico-psicologico (Eyes wide shut) al terrore (Shining), dal noir, ovvero la tragedia dell'emarginazione (Il bacio dell'assassino) al gangster movie di una criminalità d'antan (Rapina a mano armata) per non trascurare nemmeno la storicità di Barry Lindon.

Luoghi. Non luoghi. Mondi astratti che si sovrappongono a dimensioni reali ricavate dalle profondità di abissi che - volta a volta - sono animi. Tempi. Spazi. E perfino forme di sofferenza contrabbandata come una missione ecumenica. La partenza dei soldati nelle ultime scene di Full metal jacket è emblematica di un approccio alla guerra che non è soltanto il fronte o la trincea ma la sopravvivenza all'ipocrisia (Eyes wide shut) e alla crudeltà (Shining). L'uomo - che allo stesso tempo è protagonista e viaggiatore - diventa l'eroe di un ignoto da svelare o una frontiera da conquistare, una sorta di nuovo Ulisse bimillenario che attraversa le proprie emozioni e scopre che sono forme di identità, più che tappe di una vita destinata a snocciolarsi attraverso declinazioni differenti. Attualità di un cinema e di un pensiero che hanno saputo sbriciolare il tempo conservando valore e sostanza indipendentemente dallo scorrere dei decenni.

Le date di uscita sembrano quasi un dettaglio inutile rispetto alle riflessioni cui tutti questi film spingono. Mezzo secolo trascorso senza lasciare tracce, come in 2001 Odissea nello spazio, il primo dei film di Kubrick che da oggi la Cineteca programma allo Spazio Oberdan fino al 4 maggio per celebrare il Maestro. L'appuntamento è alle 20.

15 per poi proseguire in un viaggio ricco di repliche di tutti i suoi titoli più prestigiosi in un calendario consultabile sul sito della Cineteca stessa (https://www.cinetecamilano.it/rassegna/stanley-kubrick-vent-anni-senza-un-genio).

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