Cronaca locale

Da Verga a Testori la lezione dei grandi maestri

Al Menotti in scena Gesualdo «Edipus» al Filodrammatici

Antonio BozzoTestori, Verga, Shakespeare: sono i tre autori che si dividono la settimana teatrale milanese. I più importanti, visto che (per fortuna) il panorama dei sipari aperti non si esaurisce qui. Cominciamo dal verghiano Mastro Don Gesualdo, in scena dal 25 febbraio al 5 marzo al Teatro Menotti. È una prima milanese, con regia di Guglielmo Ferro, interpretata da Enrico Guarneri (Don Gesualdo) con una squadra di dieci attori. Una produzione importante che aspetta la piazza di Milano per definirsi, a piena ragione, un successo. Il regista è figlio di Turi Ferro, che nel 1967 interpretò il manovale che si fa da solo, eroe del romanzo che Verga scrisse nel 1889, ambientato nella Sicilia pre-risorgimentale. La nuova lettura drammaturgica, qui di Micaela Miano, punta ad attualizzare il tema che pervade tutto il celebre romanzo: il possesso, la «roba». Al Filodrammatici, invece, va in scena Edipus, di Giovanni Testori, grande scrittore cattolico della linea lombarda. Lo spettacolo porta a Milano un testo che si vide, la prima volta, nel 1977 al Franco Parenti (allora Salone Pierlombardo). La regia è di Leo Muscato, l'interpretazione di Eugenio Allegri. Si tratta di una convincente riscrittura del capitolo finale della «Trilogia degli Scarozzanti», interessante per il pubblico anche perché segna la prima «prova» del bravissimo Allegri con regia di Muscato. Il regista definisce il testo «un manifesto d'amore per il teatro tra i più emozionanti mai scritti», e ogni minuto della rappresentazione è ispirato a una profonda devozione verso Testori. Lo spettacolo è dal 23 al 28 febbraio. Al Parenti, dal 26 al 6 marzo, impazza La dodicesima notte di William Shakespeare, nella traduzione di Patrizia Cavalli e regia di Carlo Cecchi, che è anche in scena nelle vesti di Malvolio. Una delle più frequentate commedie del Bardo, che permette a Cecchi di toccare tutte le corde delle sue abilità teatrali. Le musiche di scena sono di Nicola Piovani. La produzione è del Parenti in collaborazione con Marche Teatro. Il Teatro Ringhiera ospita invece, dal 23 al 25 febbraio, una produzione del genovese Teatro della Tosse: Generazione disagio- Karmafulminien. Vengono invocati tre angeli, che rappresentano la spiritualità 3.0, quella moderna dei tempi digitali. Angeli cinici, aggressivi, che vivono il mondo come un gigantesco «social» su cui mettere dei «like», come in Facebook e simili angoli della Rete. Uno spettacolo comico, del collettivo Generazione Disagio, che dà però voce alle istanze più urgenti del nostro panorama culturale. Uno spettacolo importante, Il bugiardo di Carlo Goldoni, arriverà all'Elfo Puccini da martedì 1 marzo.

Una commedia tragicomica, ricca di gag, che permette al regista (Valerio Binasco) di mettere in scena un bel campionario di personaggi goldoniani, ovvero tipo umani buffi o crudeli usciti dalla penna di una anticipatore ed autore veramente internazionale e anche nostro contemporaneo nei temi.

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